domenica 22 marzo 2020
Le telefonate dopo la richiesta di Salvini, Meloni e Berlusconi di un incontro al Colle. Il leader Iv: è pandemia non Grande Fratello. Casellati: raccordo governo-Aule. Pd-M5s difendono il premier
Ruolo del Parlamento e comunicazione, Mattarella ora chiama le opposizioni

Ansa

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Un intervento per rasserenare gli animi nel mondo politico e incanalare le energie sull'obiettivo comune. Il presidente della Repubblica scende in campo contattando personalmente i leader delle opposizioni, dopo le tensioni registrate nelle ultime ore sui contenuti del decreto 'Cura Italia'. Sergio Mattarella ha telefonato a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, chiedendo unità in un momento difficilissimo per l'Italia, i suoi cittadini, le imprese a tutti i livelli. C'è stato l'invito a collaborare il più possibile, ribadito anche al governo, che ha la responsabilità di guidare il Paese nell'emergenza e nella lotta alla diffusione del coronavirus.

Mattarella ha avuto colloqui pure con i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetti Alberti Casellati e Roberto Fico, ai quali è affidato il compito di gestire il Parlamento l'iter delle leggi varate dall'esecutivo, garantendo la necessaria dialettica tra maggioranza e minoranza, con tempi che per forza di cose diventano sempre più ristretti a causa della pandemia. L'apporto del responsabile del Quirinale è fondamentale non solo per quel che riguarda le questioni interne, ma anche per la rete di contatti che sta tenendo costantemente viva con gli altri capi di Stato esteri.

L'intervento diretto del Capo dello Stato arriva dopo che sia Salvini che Melone e, in forma meno diretta, Berlusconi, avevano chiesto ieri un incontro al Colle per riportare il Parlamento al centro della scena. I leader di Lega e FdI si erano scagliati anche contro gli "eccessi comunicativi" del premier, ovvero contro le dirette Facebook con cui nelle ultime settimane ha annunciato i provvedimenti restrittivi più importanti. Per Salvini, poi, le misure stanno arrivano tardi e in modo «caotico e confuso». Al coro di chi ritiene sbagliata la comunicazione di Palazzo Chigi si era aggiunto Matteo Renzi, col centrodestra nel chiedere un ruolo maggiore del Parlamento in questa fase: «Siamo in piena epidemia, non al Grande fratello», aveva detto il leader di Italia viva.

Sul tema ieri era intervenuto il presidente della Camera Roberto Fico ricordando che il Parlamento sta lavorando. Di diverso tenore l'intervento di oggi della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: «Sono convinta che la centralità del Parlamento non possa mai venire meno, soprattutto quando i provvedimenti governativi limitano le libertà personali dei cittadini e le attività essenziali all’economia del Paese. Siamo una democrazia parlamentare». Per la terza carica dello Stato «è fondamentale perciò che il premier e il governo stabiliscano un sistematico raccordo, ad ora mai attuato, con i presidenti delle Camere in merito ad ogni iniziativa normativa, relativa all’emergenza, per consentire ai parlamentari di svolgere le prerogative affidate loro dalla Carta Costituzionale». A stretto giro, Roberto Fico aveva fatto sapere che il premier Conte ha dato «immediata disponibilità» ad una informativa a Montecitorio la settimana prossima.

Un conflitto istituzionale oltre che politico non da poco, dunque. In filigrana scorre la polemica - dopo il nuovo sabato notte segnato dall'attesa degli annunci di Conte - sulla strategia comunicativa del portavoce del premier, Rocco Casalino. Una nota di Palazzo Chigi però ha replicato agli attacchi: «Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono state diffuse secondo la consueta modalità. In caso di importanti dichiarazioni pubbliche del presidente, infatti, i principali canali televisivi pubblici e privati - avvisati per tempo - accedono attraverso collegamento diretto al segnale audio-video fornito dalla sala regia della Presidenza del Consiglio. Questo ha permesso di raggiungere un ampio numero di destinatari, ivi compresi le persone sorde e con ipoacusia». Insomma, nulla di anomalo nella comunicazione istituzionale per Palazzo Chigi.

L'incrocio però tra questione comunicativa e questione istituzionale rende davvero teso il clima politico. Per lunghe ore, in difesa del premier arriva solo il Pd con il ministro della Cultura Dario Franceschini: «Verrà il tempo dell’analisi e degli scontri, ma ora non possiamo permetterci le polemiche, mentre migliaia e migliaia di cittadini stanno al fronte. Adesso stiamo giocando tutti nella stessa squadra, la Nazionale». «Voglio dire pubblicamente che il presidente Conte va ringraziato per il suo lavoro senza sosta, con sulle spalle una responsabilità che nessun predecessore ha mai dovuto portare», dice Franceschini, secondo cui «è naturale che, in mezzo a molte cose giuste, si può fare qualche errore ma bisogna andare avanti insieme». Solo più tardi il ministro degli Esteri M5s, l'ex capo politico Luigi Di Maio, si associa a Franceschini: «Bisogna fermare il contagio il prima possibile e credo che siano state ingiuste le polemiche contro Conte in queste ore. Bisogna essere uniti a livello politico e di comunità e società per difendere il bene primario che è la vita».

Il dibattito sul ruolo del Parlamento e la discussione sui poteri che sta esercitando in questa fase il governo e il presidente del Consiglio anima anche i costituzionalisti e i deputati e senatori più attenti al funzionamento delle istituzioni. Perciò a chi chiede, come nel centrodestra, il Parlamento convocato "in seduta permanente", replica chi, come Stefano Ceccanti del Pd, continua a battersi perché i parlamentari lavorino a distanza e con voto elettronico, sul modello dell'Europarlamento.

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