mercoledì 5 aprile 2017
Polemica per la decisione della giunta Zingaretti di sperimentare per 18 mesi la somministrazione della Ru486 nei consultori. Il Movimento per la vita: illegittimo, ricorreremo al Tar.
Pillola abortiva in consultorio, il Vicariato di Roma: donne lasciate sole
COMMENTA E CONDIVIDI

È scontro nel Lazio sul nuovo progetto della Regione per consentire la somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori familiari, dunque in regime ambulatoriale, al di fuori degli ospedali. Sarà una sperimentazione, durerà 18 mesi, ed è la prima volta che accade in Italia. La novità, di fatto una vera e propria rivoluzione che punta alla de-ospedalizzazione dell'aborto chimico, fa parte del piano di riorganizzazione della Sanità regionale e sarebbe motivata dal fatto che il 15% delle interruzioni di gravidanza effettuate nel Lazio avviene oggi proprio in maniera farmacologica. Una decisione che è però in netto contrasto con le norme nazionali che prevedono la somministrazione della Ru486 solo negli ospedali o nei poliambulatori, proprio perché l'aborto farmacologico richiede una prolungata assistenza.

Il Vicariato di Roma: decisione che veicola l'aborto facile

Sconcerto e preoccupazione e un appello alla Regione Lazio a riconsiderare le decisioni prese sono stati espressi dal Vicariato di Roma. "Tale decisione veicola il messaggio dell'aborto facile in un contesto di finta umanizzazione e rappresenta un passo ulteriore nella diffusione di una cultura della chiusura all'accoglienza della vita umana e della de-responsabilizzazione etica". Con questa scelta, sottolinea il Vicariato, i consultori che sono ormai "quasi privi di personale" e in molti casi "in stato di abbandono" verranno ridotti "a uffici di mera distribuzione di farmaci abortivi, acuendo nel loro personale le questioni relative all'obiezione di coscienza". "Una scelta ideologica, che lascia ancora una volta di più la donna sola ad affrontare il dramma dell'aborto e distrae l'attenzione mediatica dalle reali priorità della sanità laziale" conclude il Vicariato.

Tarzia: sperimentazione illegittima

"Con la determinazione del 16 marzo 2017, la Regione Lazio ha istituito un tavolo tecnico per l'elaborazione di un progetto per eseguire l'aborto chimico in regime ambulatoriale presso i consultori. Tale fase sperimentale, che dovrebbe essere attivata nel prossimo mese di maggio, è del tutto illegittima, non potendo essere praticato l'aborto chimico nei consultori, ma solamente, oltre che negli ospedali, nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati" è la denuncia che arriva da Olimpia Tarzia, vice presidente della Commissione Cultura e presidente del Gruppo Lista Storace in Consiglio regionale del Lazio. La consigliera ha presentato un'interrogazione urgente per chiedere chiarimenti al presidente della Regione, Nicola Zingaretti. "I consultori - insiste Tarzia - non possono essere assolutamente considerati poliambulatori pubblici".


Il Movimento per la Vita: ricorreremo al Tar

Netta anche la posizione del Movimento per la Vita: «Dopo i concorsi riservati per medici non obiettori di coscienza, ora si è inventato anche l'aborto chimico in consultorio: ma l'iniziativa cozza sia contro la legge del 1975 istitutiva dei consultori familiari, sia contro la legge del 1978 che ha legalizzato l'interruzione volontaria di gravidanza", afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita, commentando l'iniziativa della Regione Lazio, "contro cui stiamo studiando un ricorso a Tar", annuncia.

Gigli ricorda che "la legge 405 attribuisce ai consultori il compito di tutelare non solo la salute della donna ma anche quella del concepito. Dal canto suo, la legge 194 impone che l'aborto sia praticato da un ostetrico-ginecologo solo presso un ospedale o una casa di cura e assegna ai consultori anche il compito di fornire alle gestanti informazione e assistenza per contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre la donna ad abortire".

Aborto farmacologico alla Asl Toscana centro da metà aprile

Se il progetto della Regione Lazio è ancora in corso di approvazione, a Firenze è più avanzato: partirà infatti il 18 aprile, o al più tardi alla fine del mese, la somministrazione della pillola Ru486 in ambulatorio all'Iot, presidio della Asl Toscana centro. Si tratta di una struttura multiambulatoriale chiusa di notte, ma che ha anche posti letto per la degenza day hospital. Qui si praticano già gli aborti chirurgici ed è presente anche un consultorio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: