martedì 10 novembre 2020
Conte: 10 giorni per non chiudere tutto. Altre 122 persone in terapia intensiva, la Regione più colpita è la Lombardia. Secondo l'Iss l'indice Rt sale più lentamente ma il rischio resta alto
580 morti in 24 ore. Altre 4 Regioni nella fascia di "rischio moderato"
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Sono 580 i morti da coronavirus registrati in Italia nelle ultime ventiquattro ore, è il dato più alto della seconda ondata. È quanto emerge dal quotidiano bollettino sul coronavirus emesso da Protezione Civile e Ministero della Salute.

Ancora in forte crescita le terapie intensive, +122 oggi (ieri +100), per un totale di 2.971, mentre i ricoveri ordinari salgono di 997 unità (ieri 1.196), e arrivano a 28.633, a un passo dal record di 29mila segnato ad aprile, in piena prima ondata.

Sono 35.098 i nuovi contagi da coronavirus registrati nelle ultime ventiquattro ore in Italia a fronte di 217.758 tamponi effettuati. In leggero calo, rispetto agli ultimi giorni, l'indice tra positivi e tamponi che si attesta ora al 16,11%. Negli ultimi tre giorni l'indice aveva sempre superato il 17%: ieri +25.271 con 147.725 tamponi (17,10%), l'8 novembre +32.616 con 191.144 tamponi (17,06%), il 7 novembre +39.811 con 231.673 tamponi (17,18%).

La regione più colpita è sempre la Lombardia, che anzi oggi allarga il divario facendo segnare 10.955 casi, seguita da Piemonte (+3.659), Veneto (+2.763), Campania (+2.716), Lazio (+2.608) e Emilia Romagna (2.430). Il totale dei casi dall'inizio dell'epidemia arriva a 995.463.

In forte crescita il numero dei guariti, 17.334 (ieri 10.215), per un totale di 363.023. Il numero delle persone attualmente positive sale così di altre 16.776 unità, arrivando a 590.110. Di questi, sono in isolamento domiciliare 558.506 pazienti.

Da mercoledì 5 nuove Regioni in zona arancione

Dopo l'ordinanza di lunedì del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha collocato altre 5 Regioni in "zona arancione" e che andrà in vigore da domani, il governo attende di valutare nei prossimi 10 giorni l'impatto della nuova stretta, pronto in ogni momento a ulteriori inasprimenti, senza escludere lo scenario di un Paese tutto in «zona rossa» o di quel lockdown totale che i medici già sollecitano.

Le Regioni che da mercoledì diventano arancioni sono Abruzzo, Basilicata, Puglia, Liguria e Toscana (LEGGI QUI). Per la Campania, che da zona gialla era in predicato di passare in fascia arancione, ci sarà ancora da attendere.

L'obiettivo del governo, nell'ultimo Dpcm, è naturalmente, quello di ricollegare le singole classificazioni regionali all'incrocio dei ben noti 21 algoritmi, ma – in attesa della pubblicazione promessa dal governo per i prossimi giorni di tutti i dati – le decisioni sono al centro di mille polemiche. La più lunga resta quella con la Campania: il Cts e il ministero della Salute vogliono guardare meglio dentro i dati e per questo hanno inviato a Napoli i loro tecnici per esaminare i dati epidemiologici.

Altre 4 Regioni nella fascia di rischio: Emilia Romagna, Campania, Veneto e Friuli Venezia Giulia

Emilia Romagna, Campania, Veneto e Friuli Venezia Giulia, attualmente in zona gialla, sono entrate in scenario 4, quello più critico, in una fascia di rischio moderato ma con alta probabilità di progressione. È il risultato del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia di ministero della Salute e Iss, che sulla base di 21 indicatori ha individuato particolari criticità in queste regioni, le stesse cui si riferiva oggi nel punto stampa al ministero il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, che ha parlato di "quattro regioni che vanno verso un rischio alto, e nelle quali è opportuno anticipare misure più restrittive". In ogni caso, a quanto si apprende, non dovrebbe arrivare subito una nuova ordinanza del ministro Speranza per far diventare "arancioni" queste regioni, che al momento sono ancora in fascia gialla.

Contenzioso Stato-Regioni

Di rischio di immissione di «dati falsi» parla senza mezzi termini l'infettivologo Matteo Bassetti. E il contenzioso Stato–Regioni sconfina nella carta bollata in Liguria, dove la Procura di Genova ha aperto un'inchiesta, per ora senza ipotesi di reato, circa il meccanismo di acquisizione dei dati su scala regionale, tardivo e falsato.

Il report dell'Iss

Per l'Istituto Superiore di Sanità in Italia si stanno verificando "forti criticità dei servizi territoriali" che implicano "il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni". Inoltre "per le Regioni o Province Autonome classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, data l'elevata trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto, si raccomanda di considerare di anticipare rapidamente le misure previste per il livello di rischio alto". Sono due dei punti centrali contenuti nel rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità relativo al periodo dal 26 ottobre al 1 novembre e illustrato dal presidente dell'ISS Silvio Brusaferro: "In alcune regioni si è superata la soglia critica per l'occupazione degli ospedali e c'è probabilità alta in tutta Italia di saturazione entro un mese per terapie intensive. Quindi c'è l'allerta e non possiamo permetterci di prendere sotto gamba la situazione" ha precisato Brusaferro nel corso della conferenza stampa organizzata al ministero della Salute sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di regia.

Pubblicato il report dell'Iss sul monitoraggio Covid19 per la settimana dal 26 ottobre all'1 novembre.
Il commento del professor Rezza



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