martedì 12 febbraio 2019
La Federazione lo aveva esonerato per 8 settimane. Lui ha chiesto scusa e si è dedicato a una squadra di richiedenti asilo di colore
Casellato con la squadra dei richiedenti asilo (dal profilo Facebook di F. C. Porto Alegre)

Casellato con la squadra dei richiedenti asilo (dal profilo Facebook di F. C. Porto Alegre)

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Il lieto fine non cancella una brutta storia ma può contribuire a migliorarla. Come sta accadendo a Rovigo dove in appena un mese Umberto Casellato, allenatore della squadra locale di rugby, si è reso protagonista prima di un grave episodio razzista e poi di una bella azione nei confronti di alcuni ragazzi africani.

Tutto comincia il 12 gennaio durante la partita tra FemiCz Rovigo e Petrarca-Padova, una sfida importante in cui le due squadre italiane si fronteggiano nel campionato europeo. Durante la gara, Jeremy Su’a – che gioca nel Padova ed è originario delle isole Samoa – commette un fallo ma l’arbitro non lo ammonisce. L’allenatore del Rovigo perde la pazienza, si arrabbia e urla parolacce e insulti a Su’a sul colore della sua pelle. Un gesto grave sanzionato prima con l’espulsione e poi con la decisione dalla Federazione europea di rugby di esonerare Casellato per otto settimane.

Costretto al riposo forzato lontano dai campi da gioco fino al 18 marzo, il coach ha avuto il tempo di pensare e ha chiesto scusa a Jeremy: «Mi dispiace per il mio comportamento, usare questo tipo di parole non fa parte del mio carattere». E Casellato ha provato a dimostrare che il suo è stato solo un brutto errore, allenando una squadra amatoriale di migranti di colore che abitano nella vicina città di Bosaro. I venti ragazzi richiedenti asilo ospiti della cooperativa Porto Alegre – che dà il nome al team – di solito giocano a calcio ma hanno accettato la proposta di Casellato e con lui hanno imparato il placcaggio e la tecnica della mischia. Ai ragazzi ha lasciato il pallone ovale: «Anche se siete calciatori, spero continuerete a divertirvi con questo».

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