martedì 26 luglio 2016
La condanna radicale su ogni forma di odio di Papa Francesco dopo l'attacco alla chiesa in Francia. L'arcivescovo di Rouen che sta tornando in diocesi dalla Gmg di Cracovia: chiedo ai giovani di non arrendersi alle violenze.
Rouen, Papa Francesco condanna l'odio
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«Papa Francesco è informato e partecipa al dolore e all'orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite». Il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi riferisce la reazione del Pontefice, per l'azione terroristica compiuta all'interno di una chiesa in Francia, con l'uccisione del parroco durante una funzione religiosa. «È una nuova notizia terribile – prosegue padre Lombardi -, che si aggiunge purtroppo ad una serie di violenze che in questi giorni ci hanno già sconvolto, creando immenso dolore e preoccupazione». «Seguiamo la situazione e attendiamo ulteriori informazioni per comprendere meglio ciò che è avvenuto. Siamo particolarmente colpiti – afferma padre Lombardi – perché questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli. Siamo vicini alla Chiesa in Francia, alla arcidiocesi di Rouen, alla comunità colpita, al popolo francese». «Grido a Dio, con tutti gli uomini di buona volontà. E oso invitare anche i non credenti a unirsi a questo grido». Inizia così il messaggio di dolore scritto dall’arcivescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun, a poche ore dalla strage di questa mattina che ha colpito nella sua diocesi la piccola chiesa di Saint-Etienne du Rouvray. «Con i giovani della Gmg – scrive il vescovo – preghiamo come abbiamo pregato sulla tomba di padre Popiulusko a Varsavia assassinato sotto il regime comunista». Il vicario generale, padre Philippe Maheut, si è recato sul posto fin dai primi momenti della tragedia. Il vescovo assicura: «Sarò questa sera nella mia diocesi con i familiari e con la comunità parrocchiale sotto choc». Ed aggiunge: «La Chiesa cattolica non può lasciarsi andare alle lacrime, ma si unisce in preghiera e continua a lavorare per la fraternità tra gli uomin. Lascio qui centinaia di giovani che sono l’avvenire dell’umanità, quella vera. Domando loro di non arrendersi alle violenze e di diventare apostoli della civiltà dell’amore».
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