martedì 7 marzo 2017
L'imprenditore al centro della vicenda ha presentato una memoria difensiva di 100 pagine: non ho pagato. il legale: «Non ha mai conosciuto Tiziano Renzi».
Alfredo Romeo (Ansa)

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Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere al gip Gaspare Sturzo, ma ha voluto comunque dire la sua sul suo arresto per corruzione e, più in generale, sull’inchiesta Consip. Per Alfredo Romeo parlano gli avvocati e una memoria di oltre cento pagine.

Attraverso i legali l’imprenditore - al centro dell’inchiesta con l’accusa di corruzione - fa sapere «di non avere mai conosciuto Tiziano Renzi» e si ritaglia un ruolo di vittima del sistema che gira intorno alle commesse milionarie della centrale acquisti della pubblica amministrazione. Parte del memoriale è rappresentato dalle sessanta pagine che nell’aprile del 2016 Romeo depositò proprio in Consip e inviò per conoscenza anche all’Anac e all’Antitrust.

Ieri proprio il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha detto la sua sull’opportunità di «tenere lontana» la Consip dagli scandali in quanto «strumento indispensabile». Di più, ha espresso l’idea che «certi lotti non vadano costruiti in un certo modo, proprio per evitare certe problematiche».

Romeo nel suo scritto si descrive come «vittima» nel meccanismo di affidamento degli appalti che, a suo dire, lo stava danneggiando a favore di alcune «coop rosse». Rigetta poi l’accusa di aver dato denaro a Marco Gasparri, il cosiddetto 'prototipatore', che secondo l’accusa avrebbe ricevuto 100mila euro per pilotare gli appalti. Sulle sue chiamate in correità «c’è assenza totale di riscontri», proseguono i legali di Romeo. «È tutto gossip », nessuna prova di versamenti, e pure se la corruzione ci fosse stata, incalzano, ci sarebbe una sproporzione tra ammontare dell’appalto (2,7 miliardi) e supposta tangente. Tanto da farne una questione «marginale».

Con Luigi Marroni (ad di Consip), poi, sostengono i legali, Romeo «si è incontrato una sola volta come vicepresidente di una associazione di categoria, ma mai a titolo personale». In Consip Romeo «non era un privilegiato, ma un emarginato. Altro che corruttore, lui è stato fregato più volte», sostengono i legali. Di qui l’esposto. Che da tre mesi è a disposizione dei pm di Napoli e da una ventina di giorni dei magistrati di Roma, che hanno chiesto l’arresto dell’imprenditore. Per l’avvocato Giovanni Battista Vignola, «nell’esposto Romeo si rammaricava e invitava la Consip ad esser più rigorosa negli accertamenti e nei controlli sui grossi raggruppamenti illeciti fatti presso quei gruppi imprenditoriali che sono i veri padroni del mercato».

Dal carcere, dunque, Romeo ribadisce di sentirsi strumento di una diatriba politica e di «non avere mai conosciuto Tiziano Renzi o personaggi vicini all’entourage dell’ex presidente del Consiglio». Parole commentate da Firenze dall’avvocato di Renzi padre, Federico Bagattini, che prende atto «ma non con stupore, che è arrivata la prima conferma» alle dichiarazioni di Tiziano Renzi. Bagattini ha anche invitato Marroni a rendere dichiarazioni per spiegare «tutta una serie di circostanze che ci risultano diverse da come sono state rappresentate». Un’altra conferma alla difesa di Renzi senior arriva da Alessandro Comparetto, titolare della società di poste private Fulmine Group. Dice di essere lui il 'mister X' su cui si erano puntate le attenzioni degli inquirenti per un incontro a Fiumicino. Come già detto da babbo Renzi, «si è trattato di un appuntamento di lavoro», aggiunge.

A Renzi figlio si rivolge, comunque, il M5S con Luigi Di Maio, che punta il dito sulla presunta rivelazione del segreto da parte di Luca Lotti, «ministro rivelatore». Dunque, l’ex premier «non poteva non sapere». Per la situazione di Romeo, la palla adesso passa nuovamente al gip a cui i legali hanno presentato un’istanza di scarcerazione che mette in discussione l’utilizzabilità dei 'pizzini' su cui, secondo l’impianto accusatorio, Romeo avrebbe segnato cifre e iniziali dei soggetti a cui erano dirette le sue dazioni di denaro (in due casi, secondo i pm, sarebbe citato il padre di Renzi).

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