mercoledì 29 ottobre 2014
Tafferugli alla manifestazione dell’Ast di Terni. La Questura: gli operai volevano occupare Termini.
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Un grande sito industriale a rischio, la Ast di Terni. L’esasperazione dei lavoratori e di un’intera città. La tensione in piazza che arriva fino a Roma. La polizia che cerca di contenere i manifestanti e poi li carica. Quattro operai che finiscono in ospedale, lo stesso numero di agenti feriti. Le dure reazioni dei sindacati e nel mondo politico. Una bufera che coinvolge tutti, dal Viminale a Palazzo Chigi. Ecco una cronaca dall’Italia della recessione, del lavoro che viene meno e della difficoltà di dare risposte a chi è sul punto di perderlo. Una giornata ad altissima tensione ieri a Roma, prima in piazza e poi nei palazzi che contano. La scintilla è scoccata poco prima delle 13 nel centro della Capitale, vicino all’ambasciata della Germania, dove circa 600 operai arrivati da Terni avevano organizzato un sit-in di protesta: la fabbrica umbra, dove è stata avviata la procedura di mobilità per 537 lavoratori, è infatti di proprietà della tedesca ThyssenKrupp. «Non cancellerete 130 anni di storia», hanno scritto i lavoratori su uno striscione. Dall’ambasciata non arrivano segnali concreti e i manifestanti decidono di muoversi. Vogliono raggiungere la sede del ministero dello Sviluppo dove è in corso un incontro con i vertici della Ast e dove il governo sta tentando una nuova mediazione per ridurre il numero dei licenziamenti annunciati. Il corteo spinge sul cordone di agenti che cerca di contenerli e a un certo punto partono le manganellate. Ne fanno le spese quattro persone, tre delle quali ricoverate in codice verde al Policlinico Umberto I. Uno è un sindacalista della Cgil, Cristiano Costanzi, che è stato medicato con 20 punti di sutura alla testa e alla bocca: «Eravamo tra la polizia ed i lavoratori – ha raccontato nel pomeriggio – stavamo trattando con i dirigenti delle forze dell’ordine, chiedendo di scortarci fino al ministero come si fa abitualmente in queste situazioni, ma siamo stati caricati senza alcun preavviso e senza alcun motivo in modo violento». Una versione che trova concordi Maurizio Landini, Marco Bentivogli e Mario Ghini, i segretari di Fiom, Fim e Uilm presenti in piazza e poi ricevuti in serata dal ministro degli Interni Angelino Alfano e dal capo della Polizia Alessandro Pansa. Diverso il racconto delle forze dell’ordine. Si è trattato di una «azione di contenimento» per evitare che i manifestanti «raggiungessero la stazione Termini per occuparla». Nello scontro comunque anche quattro agenti sono rimasti contusi. Gli incidenti in piazza hanno dato fuoco alle polemiche. Landini ha definito «inaccettabile» quanto accaduto, un episodio che «non finisce qui. Servono spiegazioni e il governo chieda scusa», ha aggiunto il leader della Fiom, lui stesso colpito da una manganellata. La Cgil in una nota ha denunciato «con forza e sdegno le cariche della polizia sugli operai» mentre il leader della Cgil Susanna Camusso nel pomeriggio ha fatto visita in ospedale ai manifestanti delle acciaierie rimasti feriti. «Ci sono persone che rischiano il posto di lavoro – ha detto la leader sindacale rivolta al governo – che oggi sono state picchiate dalla polizia. Si parli di questo e non delle sciocchezze». Dalla Cisl il segretario Annamaria Furlan ha definito «incomprensibile e grave» quanto accaduto a Roma, perché «picchiare lavoratori e dirigenti sindacali non è certamente un bel segnale per il clima generale del paese». Sulla stessa linea le dichiarazioni di diversi esponenti della sinistra del Pd, da Bersani a Cuperlo a Fassina. Ma anche Sel e M5S hanno attaccato il governo e in particolare il ministro Alfano. E critiche arrivano da Lega e Forza Italia. Da palazzo Chigi la replica del sottosegretario Graziano Delrio: «Il governo continua ad essere impegnato nell’affrontare la crisi di Ast Terni ed effettuerà una puntuale verifica su quanto accaduto con il ferimento di alcuni operai». In serata lungo vertice al Viminale. Il ministro Alfano, riferirà oggi in Senato sui fatti di Roma. Intanto al tavolo aperto al ministro dello Sviluppo economico potrebbe aprirsi qualche spiraglio. Ieri il ministro Federica Guidi che si è detta «dispiaciuta e rammaricata» per gli incidenti ha rilanciato all’azienda la proposta di ridurre a 290 gli esuberi totali con incentivi a chi esce, e ha convocato per questa mattina i sindacati. Da parte sua, in serata, l’azienda ha detto «di accogliere le sollecitazioni del ministro a intensificare la trattativa» ritenendo che le proposte arrivate dal ministro «possano essere di supporto per individuare un percorso alternativo» per la riduzione dei costi e garantire l’integrità del sito produttivo».
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