venerdì 25 ottobre 2019
Il sindaco attacca su Twitter i sindacati, che rispondono dal palco della manifestazione indetta sotto al Campidoglio al coro di «Vergogna, devi dimetterti». Il Pd: sue parole indegne
Sciopero generale, Raggi: «Una minoranza tiene in ostaggio la città»
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L'ennesimo venerdì nero per la Capitale. Per lo sciopero generale dei lavoratori delle aziende partecipare della Capitale che si va a sommare allo sciopero dei trasporti aerei e ferroviari nazionali, con percentuali di adesione che secondo l'Ama al primo turno sono state del 75%. E questo rischia di mandare in tilt la già complicata raccolta dei rifiuti. «Una minoranza di sindacalisti prova a tenere in ostaggio una città di 3 milioni di abitanti: di lavoratori, di madri e padri che ogni giorno accompagnano i propri figli a scuola, di studenti e pendolari. La maggioranza dei cittadini è stanca di scioperi ingiustificati», scrive la sindaca di Roma Virginia Raggi sul suo profilo Twitter, commentando lo sciopero che rischia di far andare ancor di più Roma nel caos. «Dimissioni, dimissioni, vergogna». Reagiscono poco dopo così i sindacati in piazza del Campidoglio per lo sciopero generale a Roma al tweet della sindaca, letto dal palco della manifestazione. E #RaggiBasta è lo slogan della manifestazione che domattina, sabato 26 ottobre, lancia il comitato civico "Tutti per Roma-Roma per tutti", per una marcia sulle banchine del Tevere. Partenza alle 11 all'altezza di castel Sant'Angelo.

«Migliaia di romani, dipendenti delle municipalizzate, da mesi vengono umiliati dalla giunta Raggi. Hanno sopportato di tutto - dice il segretario del Pd Lazio, il senatore Bruno Astorre, rispondendo al tweet della sindaca - Oggi in massa scioperano rimettendoci soldi propri, perché è l'unico strumento rimasto«. E invece, aggiunge, «la sindaca li offende con parole vergognose, arroganti, indegne di un sindaco. Lo sciopero è un diritto assoluto. Oggi Roma è bloccata dal malgoverno della Raggi, non da lavoratori esasperati». A stretto giro anche il commento del capo politico di M5s, Luigi di Maio. «Sono stato ministro del Lavoro e sostengo sempre tutte le manifestazioni sul diritto del lavoro - dice - Però questa storia che alcuni sindacati fanno sempre sciopero il venerdì per il weekend lungo mi sembra ormai un questione che è indecente».

Stamane infatti i lavoratori e i sindacati si sono radunati in piazza del Campidoglio muniti di bandiere per protestare contro la gestione della giunta Raggi (attaccata stamane dalle colonne di un quotidiano dall'europarlamentare Carlo Calenda). «Vergogna». Sono i cori intonati accanto alla richiesta per il primo cittadino di dimissioni, già prima della notizia del tweet del primo cittadino.


Per Carlo Costantini (Cisl) «il patto» con la sindaca Virginia Raggi «Fabbrica Roma non è mai partito».
«Dopo tre anni dall'elezione di Raggi abbiamo una Roma abbandonata. Oggi il mondo del lavoro è totalmente in crisi e sta rischiando per la gestione di questa amministrazione», afferma Ermenegildo Rossi dell'Ugl. «Roma non si merita di essere governata così. Questo sciopero generale è stato indetto il 1 ottobre quando è stato chiesto l'intervento della forza pubblica contro i lavoratori di Roma metropolitane in prevalenza donne. Vergogna. Su questo fatto certo che è uno sciopero politico», lo ha detto Alberto Civica della Uil.

Snocciolando i dati dell'adesione allo sciopero Natale Di Cola della Cgil chiarisce: «È la dimostrazione del grande malessere vissuto dai lavoratori che hanno capito ragioni dello sciopero per fermare il degrado».

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