domenica 15 maggio 2016
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Pagine a cura di Celletti, Fatigante e Paolini Cominciamo oggi il nostro viaggio tra i candidati alle elezioni comunali del 5 giugno, con eventuale turno di ballottaggio il 19 giugno. Si parte da Roma, che torna al voto anticipatamente (la scadenza 'naturale' sarebbe stata il 2018) dopo il ciclone giudiziario denominato 'Mafia Capitale', che ha coinvolto rappresentanti di centrodestra e centrosinistra, e il flop dell’esperienza amministrativa di Ignazio Marino, sfiduciato dal suo stesso partito, il Pd. Una vera batosta, che ha lasciato nuove ferite su una situazione urbana già difficile e ha aumentato il malcontento diffuso e il senso di sfiducia dei cittadini verso la politica. Per questo, la consultazione del 5 giugno è forse la più critica da quando Roma è Capitale d’Italia. Ai cinque candidati sindaco più accreditati dai sondaggi (manca Stefano Fassina di Sinistra italiana, escluso dalla commissione elettorale e poi dal Tar per irregolarità formali nella presentazione delle sue due liste, ora in attesa dell’esito del ricorso al Consiglio di Stato) abbiamo rivolto dieci domande, le stesse per tutti, per capire come intendono affrontare alcuni fra i tanti problemi ed emergenze della città. Oltre ai cinque interpellati, al Campidoglio si candidano anche Dario Di Francesco ( Viva l’Italia, Lega Centro, Per Roma, Grillo Parlante, Unione pensionati), Michel Emi Maritato (Assotutela), Simone Di Stefano (CasaPound), Alessandro Mustillo (Partito comunista), Roberto Iorio (Msi-Fn), Carlo Rienzi (Codacons).
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