venerdì 4 novembre 2016
La proposta è basata su distanze dai luoghi sensibili e su fasce orarie. «No ad Azzardo capitale»
Una sala slot per il gioco d'azzardo

Una sala slot per il gioco d'azzardo

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Dopo bilancio, rifiuti e traffico, l’amministrazione pentastellata del sindaco Virginia Raggi si appresta a un’altra grande sfida: quella contro 'Azzardo capitale'. Il gruppo di M5S ha depositato ieri in Consiglio comunale la proposta di delibera per regolamentare in 26 articoli il settore, che proprio a Roma ha avuto negli anni una crescita esponenziale tanto da far definire la città la 'Las Vegas d’Italia' (alcune ricerche stimano in circa mille euro annui la spesa media pro-capite dei cittadini laziali per giochi d’azzardo). È solo il primo passo di un iter che, se tutto filerà liscio, negli auspici del Movimento dovrebbe portare entro due, massimo 4 mesi (solo per i pareri dei Municipi sono previsti fino a 30 giorni) all’approvazione del testo nell’aula Giulio Cesare, dove peraltro M5S da solo ha la maggioranza.

Tre sono i punti-chiave del testo, in parte comuni ad altre iniziative legislative presentate in varie città, inclusa la Torino di Chiara Appendino: la distanza di 500 metri dai luoghi 'sensibili' come scuole, ospedali, Asl, oratori, centri sportivi, centri d’accoglienza per migranti; il divieto di nuove attività nel centro storico e nelle 'zone pedonali' (anche quelle nelle periferie) e la disciplina degli orari d’apertura, con fasce che potranno andare dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22. Un massimo di 8 ore, quindi, con in più il divieto di utilizzo delle apparecchiature nei giorni festivi. Nessun limite per ora, invece, al numero di apparecchi in ogni singolo esercizio, nell’attesa che questo specifico punto sia meglio regolato nelle parallele normative nazionale e regionale. In più, per questi criteri (validi in tutti gli esercizi che ospitano 'giochi con vincite in denaro o in beni') si prevede un periodo transitorio di tre anni dalla loro entrata in vigore, in modo da dar tempo agli operatori di riorganizzare la propria attività.

Per la giunta Raggi, insomma, è giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti, dopo che la neo-sindaca già in campagna elettorale aveva affermato che, fra i primi atti della sua amministrazione, ci sarebbe stata proprio la disciplina sulle sale con slot e videolottery. Un regolamento che, presumibilmente, si scontrerà ora con l’azione di lobbying dei big dell’azzardo, che finora nel 'Far West' della capitale hanno potuto fare sostanzialmente il bello e il cattivo tempo. Uno dei 'motori' della delibera è il consigliere Nello Angelucci, ingegnere di 46 anni, iscritto al Movimento dal 2012: «Ma la nostra non è un’iniziativa individuale – ci spiega –. Nasce dal lavoro collegiale di un gruppo che vi ha lavorato quasi full time: i consiglieri Catini, Donati, Pacetti, Terranova, Paciocco, Ficcardi, Coia e Seccia, con il pieno sostegno della sindaca Raggi e col supporto del senatore Endrizzi e del deputato Baro- ni. Siamo determinati ad andare fino in fondo». Il proposito, prosegue Angelucci, è quello «di finalizzare posizioni abbracciate da tempo dal Movimento e confermate dal confronto avuto con i vari soggetti coinvolti da questa piaga. Vogliamo occuparci della tutela dei soggetti più deboli e noi possiamo farlo perché abbiamo le mani libere da tutti gli interessi tranne quelli dei cittadini, regolamentando un settore che lo richiede con crescente necessità».

In ogni caso, sarebbe una novità assoluta per Roma, dove un regolamento anti-azzardo non è stato mai applicato, anche se nel 2014 (nell’era Marino) il consigliere del Pd Dario Nanni presentò una delibera per regolamentare il gambling che incideva pure sul numero di apparecchi presenti nelle sale-giochi. Un altro punto presente nella delibera e che il Movimento sottolinea, per bocca di Angelucci, è «la chiarezza sugli aspetti di controllo: in mancanza di collaborazione dell’operatore, abbiamo disposto che laddove ci sia un reiterato non rispetto del regolamento si possa arrivare alla sospensione o alla revoca dell’autorizzazione». La sensibilità della nuova amministrazione capitolina è testimoniata anche da Daniele Frongia: mesi fa, prima ancora di divenire vice-sindaco, aveva lamentato che anche «la legge regionale sulla prevenzione del gioco d’azzardo patologico è oggi disattesa». Ora la sfida è lanciata.

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