mercoledì 31 maggio 2017
Roma Capitale chiede un Patto di responsabilità per le 4.500 persone censite dalla nelle aree comunali. Scuola, lavoro, salute e casa. Si parte con i 771 di la Barbuta e La Monachina, con 3,8 milioni
Da sinistra: l'assessore Laura Baldassarre e la sindaca Virginia Raggi

Da sinistra: l'assessore Laura Baldassarre e la sindaca Virginia Raggi

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Il Campidoglio presenta il piano per il superamento dei campi rom con la delibera approvata dalla Giunta - e presentata stamattina dalla sindaca Virginia Raggi e dall'assessore alle Politiche sociali Laura Baldassarre - che si propone di attuare la normativa comunitaria in materia, recepita dall'Italia con la "Strategia nazionale d'inclusione dei Roma, Sinti e Camminanti 2012-2010". Il piano prevede un Patto di responsabilità con Roma Capitale che dovrà essere sottoscritto dai capofamiglia, «senza intermediazioni», per poter usufruire delle misure previste. Il Patto definisce competenze, diritti e doveri dei sottoscrittori. La mancata osservanza annulla il diritto alle misure di sostegno.

Per attuarlo si annuncia «il ritiro di tutti i bandi coinvolti in Mafia Capitale», in realtà già sospesi dall'assessore alle Politiche sociali Francesca Danese della Giunta Marino - e poi dal commissario Francesco Paolo Tronca - su richiesta del presidente dell'Anac Raffaele Cantone. Lo stanziamento annunciato, per cominciare chiudendo i campi di "La Barbuta" e "La Monachina", è di 3,8 milioni di fondi europei. Già destinati allo stesso scopo dalla Giunta Marino con la delibera n°350 del 28 ottobre 2015, all'epoca di 4,4 milioni. «E' finita l'epoca delle parole - dichiara la sindaca pentastellata - si passa ai fatti e il superamento dello scempio dei campi diventa realtà».

Quali sono le misure per attuare l'ambizioso piano? Per ora non vengono indicate misure concrete. Alla voce Scuola si parla di «favorire processi di pre-scolarizzazione e di scolarizzazione dei bambini promuovendo l'accesso (le iscrizioni, la frequenza, i risultati) alle scuole di ogni ordine e grado e contrastando l'abbandono scolastico». Verrà anche «implementata la partecipazione dei giovani all'istruzione universitaria» e ai percorsi di formazione al lavoro. L'assessore Baldasarre dice che «sul trasporto scolastico è importante che i genitori possano accompagnare i figli direttamente a scuola perché fa parte del percorso di inclusione, il trasporto rimarrà in parte residuale solo nei campi meno raggiungibili».

Riguardo all'Occupazione «la formazione finalizzata all'accesso al lavoro costituisce un asse del piano» perché «l'incremento dell'occupazione contribuirà a diminuire il tasso di criminalità» anche «eliminando ogni possibilità di lavoro nero». Allo scopo «verranno quindi organizzati corsi di formazione per la creazione e la conduzione in autonomia di piccole realtà imprenditoriali» oppure «favorendo la creazione di ditte individuali e cooperative miste di servizi».

Alla voce Salute si parla di «implementare la medicina preventiva e l'educazione alla salute» fornendo «informazioni sul diritto alla salute e sulla modalità di accesso e fruizione dei servizi». Il tutto con «particolare attenzione per i minorenni»

Nessuna misura viene indicata neanche - al momento - per il problema più delicato, quello dell'Abitazione. Il Campidoglio parla di «protocolli di collaborazione con la Guardia di Finanza, l'agenzia delle Entrate e l'Inps» per «riscontrare la presenza nei campi di persone economicamente autosufficienti e che quindi non hanno alcun diritto di essere destinatarie di misure a sostegno pubblico. Diversamente, per chi non è autosufficiente, saranno attivati interventi di supporto finanziati dall'Ue». L'assessore alle Politiche sociali Laura Baldassarre spiega qualcosa di più: «Ai Rom bisogna dare la possibilità di accedere a servizi e prestazioni già esistenti, quindi questo tema è stato inserito nel Piano sociale cittadino e potranno usufruire di quello che è previsto per l'abitare per i cittadini romani, uscendo dall'assistenzialismo in un passaggio importantissimo per la legalità. Ovvero «accompagnamento all'abitare attraverso contributi all'affitto e richiesta per alloggi sociali».

I primi interventi del piano saranno avviati «da subito, nei due campi denominati "La Barbuta" (656 persone in circa 100 nuclei familiari) e la "La Monachina" (115 in circa 30 nuclei) mediante l'utilizzo di fondi europei (3,8 milioni)disponibili sul bilancio 2017».

Negativo il giudizio dell'Associazione 21 luglio: «Un Piano vuoto, confuso e privo di concretezza. Sulla questione si preferiscono slogan optando per un preannunciato fallimento. Una serie di principi vengono scanditi in successione senza che vengano indicati tempistiche, priorità, obiettivi, azioni».

Nel Piano – secondo Associazione 21 luglio – c’è un deficit di conoscenza del fenomeno (i rom in emergenza abitativa della Capitale non sono 4.500 in 9 “villaggi” bensì 7.500, di cui 5.300 in 19 insediamenti formali e 2.200 in insediamenti informali) e di visione strategica. «Non basta – sostiene Associazione 21 luglio – enfatizzare l’utilizzo dei fondi europei quando questi non sono certi e richiederanno comunque un uso in tempi non prossimi. Anticipiamo, per questo Piano, un fallimento certo e purtroppo, come già avvenuto nel passato, sarà probabilmente il tempo a darci ragione».

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