domenica 14 luglio 2013
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Caro direttore,
giovedì 11 luglio, a Napoli, è stato sottoscritto un 'Patto per la terra dei fuochi'. Un primo passo avanti. Un grazie va al viceprefetto Donato Cafagna, inviato in Campania dall’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per tentare di porre un freno allo scempio dei roghi tossici. Presenti in aula, tra tanti uomini delle istituzioni, sottosegretari, prefetti di Napoli e Caserta, alti responsabili delle forze dell’Ordine, sindaci e giornalisti, il mio vescovo Angelo Spinillo e il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. Al di là dei risultati ottenuti, di cui la stampa ha stavolta dato ampie notizie, mi preme sottolineare come dall’unione scevra da ideologie e pregiudizi, e dalla comunione c’è tanto da guadagnare e niente da perdere. Tutti, ma proprio tutti coloro che hanno preso la parola hanno sottolineato il contributo fondamentale della Chiesa in questa battaglia all’inquinamento ambientale che si sta rivelando più complessa e difficile di quanto si potesse credere.
Alla Chiesa tutta e a quella campana in particolare sono arrivati i ringraziamenti delle istituzioni. La parola è stata data, tra gli altri, al vescovo Spinillo, che ha ribadito l’importanza di camminare insieme in una direzione di giustizia. A sua volta il cardinale Sepe ha voluto leggere qualche pagina della sua lettera pastorale che uscirà a giorni. Lettera nella quale ribadisce che inquinare e avvelenare il creato è peccato grave verso il quale non può esserci assoluzione senza pentimento serio e desiderio di rimediare al male fatto. Ho notato, direttore, che tutti erano interessatissimi alle parole del cardinale. Non ho potuto fare a meno allora di ricordare che non sempre si ottengono gli stessi risultati. Quando, per esempio, si trattano argomenti scottanti come la vita nascente, il suicidio assistito, la procreazione artificiale, la famiglia, eccetera, c’è sempre qualcuno – e non una volta sola – che alla Chiesa tenta di intimare l’alt e di imporre il silenzio. Giovedì, invece, si toccava con mano che la comunione, o per dirla in termini laici, la sinergia, tra le varie realtà presenti sul territorio può essere solamente di grande aiuto.
Proseguiamo, allora, per questa via. Nessuno sia contro nessuno. Nessun pregiudizio eviti a un altro di esprimere e argomentare le proprie convinzioni. Di apportare il proprio contributo al bene comune. La Chiesa in Campania, 'Avvenire', i nostri meravigliosi volontari, i medici per l’ambiente, hanno scritto in questi mesi una pagina bellissima. Una pagina che passerà alla storia semplice della nostra gente.
I problemi, naturalmente sono ancora tutti da risolvere. Le nostre terre, proprio in queste ore, stanno vomitando un mare di veleni. Siamo tutti terribilmente preoccupati. L’ottimo comandante della Forestale, generale Sergio Costa, dopo gli ultimi scavi, ha confessato: «Mi è sembrato di essere entrato nell’anticamera dell’inferno…». Vero. Giunto sul posto, a pochi passi dalla mia parrocchia, ho avuto la stessa impressione. La campagna è stata mortificata, umiliata, avvelenata. Una ferita mortale le è stata inferta a tradimento. Tra pochi giorni, il ministro per le politiche agricole, Nunzia De Girolamo, verrà in parrocchia a Caivano. Lei è nata e cresciuta a pochi chilometri di distanza, in quel di Benevento. Non so che cosa mai accadrà. Ma a me non è mai piaciuto mettere il carro davanti a buoi. E ritengo il peccato contro la speranza grave e dannoso. Attendiamo. Poi si vedrà. Intanto andiamo avanti. Fermarci è un lusso che non possiamo permetterci. Ancora una volta, ringrazio te, direttore, i tuoi collaboratori e i tanti lettori che ci seguono e ci incoraggiano. A tutti invio la mia sacerdotale benedizione.
padre Maurizio Patriciello
 
Hai ragione, caro don Maurizio, la speranza va conservata e alimentata. Sanando le ingiustizie e sostenendo tutti quelli che le subiscono sulla loro stessa carne.
Dimostrando che il male e la violenza (alle persone e alla terra) non possono averla vinta. Incoraggiando coloro che non cedono alla rassegnazione e dicono no alla camorra e alle sue logiche. Anche noi, da cronisti e da cittadini, stiamo cercando di fare la nostra parte al fianco della gente della 'terra dei fuochi', come in tutte le situazioni in cui la intangibilità e la dignità della vita umana (il primo e più prezioso dei princìpi e dei beni su cui non si può e non si deve far mercato) è disprezzata, ferita e negata. Il Patto che Istituzioni civili e Chiesa hanno stretto giovedì scorso a Napoli è davvero un bel segnale, che alimenta appunto la speranza e dà forza a chi – da tempo e, troppo a lungo, tra enormi distrazioni – si sta battendo coraggiosamente per liberare centinaia di migliaia di persone nei territori tra Napoli e Caserta dal più che ventennale incubo assassino dei roghi e degli interramenti di rifiuti tossici. Grazie a tutti voi, caro don Maurizio. E, sì, andiamo avanti.
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