venerdì 23 settembre 2022
Il cadavere del bambino era in un campo vicino a Trecastelli, a 15 chilometri dall'auto: è stato riconosciuto dalla maglietta. Intanto la Cei stanzia mezzo milione di euro per i territori colpiti
Il piccolo Mattia Luconi in una foto scattata dai suoi genitori

Il piccolo Mattia Luconi in una foto scattata dai suoi genitori

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Era un'immagine a cui i Vigili del fuoco e i volontari della Protezione civile si erano preparati a lungo, negli ultimi giorni. Ma vederlo lì, ricoperto dal fango, il corpicino del piccolo Mattia - che è stato trovato poco fa in un terreno vicino a Trecastelli - è stato uno strazio per tutti. Servirà l'esame del Dna per riconoscerlo, ma non ci soni dubbi che sia lui: quella maglietta blu, descritta nei dettagli dai genitori fin da giovedì scorso, è stata subito notata dai soccorritori. A chiamarli era stato poco prima di pranzo il propietario del campo, che dista ben 15 chilometri dal punto in cui è stata trovata l'auto su cui Mattia viaggiava: la conferma della violenza con cui la corrente ha travolto e spazzato via tutto quello che ha incontrato, giovedì scorso. E proprio il fango, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe nascosto il cadavere del bambino così a lungo.

Ieri, dopo una settimana di ricovero in ospedale a Senigallia, era stata dimessa la madre del bambino, Maria Silvia Mereu, la farmacista di 42 anni travolta dalla piena del fiume Nevola la sera del 15 settembre mentre, con il figlio, Mattia, era uscita dall'auto, invasa dall'acqua, per tentare di mettersi in salvo. Silvia era stata trascinata per diversi chilometri a valle fino ai terreni dell'azienda agricola Patti Vanocci Lidia, in territorio di Castelleone di Suasa, dov'era stata poi recuperata, infreddolita e provata, dopo essere rimasta qualche ora in mezzo al frutteto distrutto e ricoperto dall'acqua. Aveva cercato inutilmente di trattenere a sé il bambino che però era stato portato via dalla corrente impetuosa, carica di alberi e detriti. In giornata la donna, su sua richiesta, in compagnia dei propri famigliari, della Protezione civile e del sindaco di Castelleone di Suasa, Carlo Manfredi, era tornata nell'area dov'era stata salvata (a poca distanza era stata rinvenuta la sua Mercedes Classe A bianca sul greto del fiume) per un sopralluogo e una preghiera. Mamma e papà non avevano mai perso la speranza, fragilissima, di trovare il loro piccolo vivo.

La Cei stanzia mezzo milione di euro

Intanto la Presidenza della Cei ha disposto un primo stanziamento di 500mila euro dai fondi dell'8xmille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite dall'alluvione che nei giorni scorsi ha interessato le Marche e alcuni territori dell'Umbria. Riuniti a Matera, in occasione del Congresso eucaristico nazionale, i vescovi hanno voluto ribadire la loro fraterna vicinanza alle popolazioni provate da questo drammatico evento, assicurando il ricordo nella preghiera per le vittime, i dispersi e tutte le famiglie coinvolte. «Possano trovare nel Signore misericordioso il conforto e la forza necessari e nella comunità italiana una solidarietà pronta e concreta - ha detto il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei -. Questo avvenimento disastroso torna a mostrarci la fragilità del nostro territorio. Ogni volta ci domandiamo cosa avremmo dovuto e potuto fare per non piangere i nostri cari e se abbiamo messo in atto tutte le azioni di prevenzione necessarie. Dobbiamo imparare dalle lezioni apprese nel passato, per far sì che catastrofi del genere non si ripetano». La Presidenza della Cei rinnova l'invito alle diocesi, alla rete delle parrocchie, agli istituti religiosi a pregare e a farsi prossimi alle comunità marchigiana e umbra così duramente colpite. La Caritas Italiana, che provvederà a far giungere lo stanziamento deliberato a livello locale, è già mobilitata e attiva sul campo.

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