lunedì 21 settembre 2020
Ragazzina dispersa dal primo di settembre, cercata per giorni e mai trovata. Oggi il riconoscimento del cadavere da parte dei familiari
Il padre di Hasfa mentre cerca vanamente il corpo di sua figlia

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Nel pomeriggio, nella Camera mortuaria dell'ospedale di Sondrio, ci sarà il riconoscimento ufficiale da parte dei familiari di Hasfa del cadavere ritrovato nel fiume Adda sabato. Purtroppo è diventata sempre più concreta la possibilità che quel corpo sia della 15enne Hasfa inghiottita dal fiume lo scorso 1 settembre mentre con la cugina e altri familiari era al parco Bartesaghi, a Sondrio, dove risiedeva.

La segnalazione da parte di due pescatori ai Vigili del fuoco è arrivata sabato mattina, attorno alle 10: "C'è un corpo che galleggia nell'Adda, in località San Pietro a Berbenno, vicino alla pasticceria Libera", hanno riferito. Dal primo settembre Hasfa non è mai più stata ritrovata, nonostante giorni e giorni di intense ricerche, disposte dal prefetto Salvatore Pasquariello. E nonostante ogni giorno, da quando è rientrato dal Marocco poco dopo la tragedia, la cercasse anche papà Hamed Ben Duod, 37 anni, operaio in una segheria, che raggiungeva in bicicletta l'Adda e spesso vi ci si tuffava, nuotando nella speranza di trovarla incagliata da qualche parte nel corso d'acqua molto limaccioso.

Ora la possibile, tragica svolta: il corpo ripescato nell'Adda oggi ha caratteristiche del tutto simili alla descrizione dell'adolescente, anche per quanto concerne l'altezza, e c'è piena compatibilità fra i luoghi della scomparsa e quelli del ritrovamento. Non ci sono, poi, in Valtellina denunce di altre giovani scomparse. La Polizia di Stato si occupa del caso e, al momento, dalla questura si limitano a dire, prudenzialmente, che sono in corso accertamenti scientifici.

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