martedì 30 maggio 2023
Il centrodestra tiene e avanza, la galassia del centrosinistra arretra e perde pezzi. Nel Pd si apre la discussione sulla linea-Schlein tra identità e alleanze. Pesa la "disillusione populista"
Elly Schlein al Festival di Trento la scorsa settimana

Elly Schlein al Festival di Trento la scorsa settimana - Ansa

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I ballottaggi e la prima tornata in Sicilia tolgono ogni dubbio residuo sui vincitori e vinti delle amministrative 2023: l’area politica e culturale di centrodestra tiene e avanza, la galassia del futuro ed eventuale centrosinistra arretra sia nel complesso sia con i suoi singoli pianeti.

La riflessione più cruda si apre nel Pd, che di un’alleanza alternativa a Fdi-Lega-Fi dovrebbe essere il perno. I dem, che dovevano godere dell’effetto-novità di Elly Schlein, scontano le conseguenze della “disillusione populista”, che fa tornare centrale la credibilità minima della proposta di governo (programmi realistici, coesione tra gli alleati, capacità di arrivare anche all’elettorato meno affine).

Al netto delle ovvie differenze tra voti locali e voti nazionali, e al netto anche della possibilità di “riscatto” all’Eurovoto del 2024, per la nuova segretaria resta irrisolto il dilemma tra un’identità più netta e radicale del partito e la responsabilità di costruire alleanze vere intorno a candidati solidi.

I partiti di maggioranza hanno gioco facile nel collegare (enfatizzando) i risultati delle amministrative all’azione del governo nazionale, ma il fatto nuovo è che, dopo gli errori delle amministrative 2021, Meloni, Salvini e Tajani hanno cambiato modalità per selezionare la classe dirigente.

Continua a preoccupare il forte astensionismo, e cade in parte il mito per cui cambiare qualche connotato a un partito possa riavvicinare i disaffezionati alle urne. Ci vuole ben altro.

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