venerdì 18 dicembre 2020
Oggi l'inaugurazione di due murales realizzati dagli artisti Leonardo Crudi e Elia Novecento coinvolgendo le persone disabili del Museo laboratorio della Comunità di Sant'Egidio attivo nell'inclusione
La sede del Museo laboratorio della Comunità di Sant'Egidio

La sede del Museo laboratorio della Comunità di Sant'Egidio

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Come coniugare la riqualificazione urbana e l'integrazione delle persone più fragili. Per di più in un quartiere problematico come Tor Bella Monaca. Succede nella periferia Est della Capitale, grazie a una inedita - e virtuosa - alleanza tra protagonisti di spicco della street-art e un progetto di integrazione della Comunità di sant'Egidio, da anni un punto di riferimento nel quartiere per le persone portatrici di handicap e le loro famiglie.

Per oggi alle 15,00 è programmata infatti l’inaugurazione di due murales di Leonardo Crudi e Elia Novecento in Via dell’Archeologia 74, dove ha sede il Museo Laboratorio di Tor Bella Monaca. Si tratta di due opere realizzate dal duo artistico noto per lo stile originale e inconfondibile della sua produzione, ispirata dall'efficacia comunicativa della grafica e della pittura delle avanguardie sovietiche di inizio '900. I loro manifesti dipinti, firmati "Collettivo 900", appaiono un po' ovunque nelle strade di Roma. La collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio scaturisce dalla comune visione di un’arte «pubblica e per tutti» che considera la strada non come spazio transitorio, ma luogo di comunicazione, di incontro e di inclusione.

L’iniziativa è curata dal professor Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna alla Sapienza Università di Roma e vede la partecipazione - con secchi e pennelli - delle persone con disabilità, protagoniste del processo di libera creatività dei Laboratori d’Arte di Sant’Egidio, attivi in diversi contesti urbani e periferici.

Il Museo Laboratorio di Tor Bella Monaca vuole essere un luogo di inclusione e formazione in cui - attraverso l’arte - viene liberata l’intelligenza, il mondo interiore, le facoltà critiche e la visione del mondo di persone con disabilità, spesso ritenute prive di capacità cognitive e relazionali. Uno spazio culturale e sociale aperto, che anche in questo tempo difficile continua ad essere luogo di confronto con gli artisti e con la complessità del mondo circostante.

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