giovedì 28 marzo 2019
Assente dagli anni Novanta, si è ricostituita una presenza organizzata di ventenni che vogliono impegnarsi per la società. A capo c'è il 22enne Simone Romagnoli
Il gruppo Giovani delle Acli (dal profilo Facebook)

Il gruppo Giovani delle Acli (dal profilo Facebook)

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«Sorprendente. Bello. Inaspettato». A suscitare il genuino entusiasmo di Paolo Petracca, presidente 50enne delle Acli milanesi, è la «primavera» che la sua associazione sta vivendo: nella sede di via della Signora da pochi giorni si è ricostituito il Gruppo Giovani. E non è una notizia da poco, per la realtà che storicamente promuove il protagonismo dei laici cattolici nella società e che però dalla fine degli anni Novanta mancava di una sezione giovanile. Non che i ragazzi non ci fossero, nelle varie attività proposte, dal volontariato internazionale alle scuole di italiano per stranieri, ma da vent’anni mancava una presenza organizzata ed «identitaria».

La «Generazione X» delle Acli oggi ha il volto di Simone Romagnoli, 22 anni, cresciuto all’oratorio di Cernusco sul Naviglio, appassionato di politica tanto da presentarsi alle elezioni comunali con una lista civica (ma non è stato eletto), già coinvolto in alcuni progetti di formazione socio-politica delle Acli e approdato all’Università Cattolica per studiare Giurisprudenza. Ha il volto, ancora, degli oltre 20 ragazzi che lo stanno seguendo in questa avventura.

Poche settimane di vita del GA (Giovani delle Acli) e già gli impegni si moltiplicano: l’Agorà nazionale di Roma all’inizio di marzo, il campo estivo a fine maggio a Cagliari, decine di incontri negli oratori e nelle pastorali giovanili delle parrocchie, nelle scuole, l’adesione alla campagna People contro il razzismo, la biciclettata "Vuoi la pace? Pedala" del 5 maggio, dedicata all’Europa.

Quello che sta a cuore in questo momento è proprio l’Europa. Simone e i suoi compagni hanno aderito alla campagna Stavoltavoto.eu, per stimolare la partecipazione dei più giovani alle elezioni di fine maggio per il Parlamento Europeo, «perché non diciamo che la Ue è perfetta, ma che crediamo nel principio di unità».

Gli orizzonte dei giovani aclisti, fedeli al mandato associativo, sono i valori cristiani e il lavoro: «Vogliamo impegnarci per i giovani come noi, mettere in rete progetti europei di formazione e di orientamento: in troppi non si sentono padroni del loro futuro», spiega Giuseppe Loiacono, 22 anni, di Segrate, laureando in Economia alla Cattolica.

Un servizio vissuto così, a fianco delle persone, è l’ambizione di questo gruppetto di volenterosi. Anche questa è politica: «Abbiamo a cuore la nostra città, il nostro Paese e rappresentiamo tanti giovani che si sentono europei. Della politica ci piace la possibilità che ognuno possa dire la propria», dice Simone. Che sia il germe di un rinnovato impegno dei giovani cattolici nel dibattito socio-politico, è «presto per dirlo», conclude prudente il presidente Petracca. Ma intanto, si gode l’inaspettata primavera della sua associazione.

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