sabato 20 agosto 2022
Attenzione, avverte il commissario Ue, in ballo non c’è solo il destino del nostro Paese: «Senza il successo italiano il successo del programma europeo sarà impossibile»
Paolo Gentiloni, commissario Ue, al Meeting di Rimini

Paolo Gentiloni, commissario Ue, al Meeting di Rimini - Meeting di Rimini

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«Sul Pnrr non si può cominciare da zero», avverte Paolo Gentiloni. L’Europa - il grande tema che incombe nella campagna elettorale, fra crisi energetica, guerra, lotta alla pandemia e politiche di rilancio - fa irruzione anche nel Meeting della "passione per l’uomo". Europa come progetto unitario di pace, da non mettere in pericolo, ammonisce il commissario europeo per Affari economici. Un tema su cui si era soffermato anche Sergio Mattarella, nel consueto messaggio di buon lavoro arrivato alla kermesse riminese, condannando una «guerra scellerata a poca distanza da noi, nel cuore dell’Europa».

Gentiloni ripete un concetto già detto altre volte, ma che in questa fase non può che suonare come un altolà a chi, soprattutto nel centrodestra, vorrebbe rimettere in discussione i progetti e le riforme del governo Draghi. Soprattutto, quindi, a Fratelli d’Italia che del governo uscente non fa parte. Attenzione, avverte il commissario Ue, in ballo non c’è solo il destino del nostro Paese: «L’esame di maturità per la Ue sarà prevalentemente in lingua italiana, il successo sarà determinato in maniera molto larga dal fatto che l’Italia avrà successo sul Pnrr. Senza il successo italiano - insiste - il successo del programma europeo sarà impossibile».

Non è chiusura assoluta, ma non c’è tempo da perdere: «Bisogna accelerare sui piani. Se c’è qualcosa di concreto da modificare, le porte a Bruxelles sono aperte. Ma per cose limitate, non per ricominciare da capo - insiste - un programma da cui dipende la sorte della economia europea».

E rivendica: «Non siamo condannati all’austerità. Per i Paesi ad alto debito ci vuole prudenza nelle politiche di bilancio, ma abbiamo un piano che prevede 40 miliardi l’anno di investimenti e sviluppo legato a riforme, altro che austerità», dice Gentiloni ricordando il caso Grecia che si è vista infliggere un piano di rientro con ricadute sociali «inaccettabili», ma proprio in questi mesi ne sta uscendo e quindi - è il suo ragionamento - se l’Italia ha la possibilità invece, di avere accesso a questo robusto piano di aiuti è bene non creare ora un nuovo caso che metterebbe in crisi l’intero Continente. «Questo grande programma comune di investimenti e di riforme» è necessario: «La crescita è minacciata, l’inflazione e i costi preoccupano le famiglie e le imprese, mai come oggi disporre di queste risorse è fondamentale».

Parla anche di crisi energetica. Sul gas, assicura ci sono «buoni livelli di stoccaggio» che consentono di «guardare all’inverno senza eccessivo pessimismo. Ma non c’è dubbio che Putin può usare l’arma energetica più di quanto abbia fatto finora», dice ancora, toccando anche il tema della guerra che è stato al centro del videomessaggio della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e di una toccante testimonianza di Elena Mazzola, sull’attività dell’ong Emmaus a Kharkiv, in Ucraina.

Il monito finale di Gentiloni salutato con un lungo applauso dalla platea riminese é contro il rischio del «ritorno dei nazionalismi», della politica dei veti. «L’Europa deve essere protagonista e non spettatrice del mondo in cui ci troviamo», auspica Giorgio Vittadini, che modera, ricorrendo alla metafora del «pizzicagnolo» che si illude di poter agire da solo, incurante delle sfide epocali in atto.

Europa al centro anche del messaggio del capo dello Stato, che sottolinea come essa sia «risorta dal nazifascismo proprio abiurando alla volontà di potenza e alla guerra che ne è diretta conseguenza». Ma la passione per l’uomo comporta anche l’adesione a una «ecologia integrale per la salvezza il pianeta», sostiene Mattarella, richiamando papa Francesco. E condanna «questa guerra di invasione» che «scuote l’intera umanità nei suoi valori fondativi e l’Europa nella sua stessa identità».

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