lunedì 8 aprile 2013
Slitta una delle misure sollecitate con maggior forza dalle imprese. Uno sforamento dei conti pubblici comporterebbe una sanzione per l'Italia da parte dell'Ue. Il vaglio del testo, da parte della Ragioneria è stato più che scrupoloso.
Trappola da smontare di Luigino Bruni
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Il decreto P.A corre sul filo del rasoio. Uno sforamento dei conti pubblici comporterebbe una sanzione per l'Italia da parte dell'Ue. Il vaglio del testo, da parte della Ragioneria è stato più che scrupoloso. Così nelle ultime convulse limature ha rischiato di rimanere "depotenziato" il meccanismo individuato della compensazione tra crediti della Pa e debiti fiscali: è una norma importante perché consente alle imprese creditrici di ottenere quanto è loro dovuto con un un approccio semplificato. Sarebbero state proprio le organizzazioni imprenditoriali ad accorgersi che nel testo 'bollinato' dalla Ragioneria era saltato l'aumento della soglia così come indicato nel comunicato di Palazzo Chigi. L'intervento congiunto dei ministri Grilli e Passera ha però consentito di superare l'ostacolo individuando le coperture. Ritornando al progetto iniziale. L' innalzamento della soglia per le compensazioni da 516.000 a 700.000 mila euro è ora scritto nero su bianco sul testo inviato dal Tesoro al Quirinale.§
 
Scatterà nel 2014 e costerà il primo anno 1 miliardo 250 mila euro. Poi il "peso" della modifica sarà in deciso decalage: 380 milioni nel 2015 e 250 milioni nel 2016. Le risorse, per il momento, arriveranno da un apposito fondo dell'Agenzia delle Entrate che serve, per l'appunto, ai rimborsi fiscali. Inoltre non è detto che, prima della firma di Napolitano, la norma non possa anche essere anticipata ulteriormente al 2013, in pratica facendo scattare la novità da subito. Di certo il decreto sarà in Gazzetta già domani sera e, così come previsto nel dispositivo finale del testo, entrerà in vigore il giorno successivo, da martedì. E le amministrazioni più virtuose, con risorse cash potranno iniziare a pagare. Per il decreto, però, il percorso non è finito. Oltre all'iter parlamentare c'é ora da superare l'esame della Commissione Europea.
Per questo il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli volerà domani a Bruxelles e incontrerà il commissario europeo Olly Rehn per spiegare l'impatto che le misure avranno sui conti pubblici italiani. "E' un passo importante nella giusta direzione, da domani la Commissione Ue valuterà tecnicamente il decreto nei dettagli", ha commentato il vice presidente della Commissione, Antonio Tajani. Che ha anche ammonito: "Vigilerò affinché le autorizzazioni ai pagamenti non ostruiscano la direttiva sui pagamenti attuali". Sul fronte interno, comunque, non mancano perplessità. In particolare tra i governatori del Sud. A loro dà voce il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro che ha invitato i Parlamentari meridionali a modificare il testo che "dà all'ente ricco e non al più virtuoso". Ma, nel confronto territoriale anche il Nord avanza le sue lamentele. Il neo presidente della Regione Lombardia, parlando a Pontida al popolo della Lega ha parlato di "inganno" e sostenuto che "hanno fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del Sud che non li hanno". Pronta la replica del collega Caldoro che, senza troppi giri di parole, gli ha dato del bugiardo.
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