giovedì 5 luglio 2018
La promessa In occasione del 'Don Diana day', i due ministri arrivano in Campania e rilanciano la strategia dell’esecutivo Nuovi impegni contro mafia e camorra
Rilancio delle bonifiche e più fondi Terra dei fuochi, il governo ci prova
COMMENTA E CONDIVIDI

«Il decreto Terra dei fuochi è in realtà il decreto Terre dei fuochi». Il percorso lo cominciamo qui ma poi lo porteremo anche nel resto d’Italia ». Ne è convinto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. E lo è venuto a spiegare, assieme al vicepremier Luigi Di Maio, a Casal di Principe, terra che conosce bene, battuta a lungo quando era generale del Corpo forestale e poi dei carabinieri. «Qua sono a casa, qua ho passato tante notti coi miei uomini, scendendo nella terra dove il sole non arrivava, alla ricerca dei rifiuti. Qua ho cominciato un percorso insieme a padre Maurizio Patriciello, qua ho pianto con lui per questo dramma».

Il parroco di Caivano lo ascolta e con lui centinaia di persone. Siamo a 'Casa don Diana', villa-bunker confiscata ai clan e diventata luogo simbolo della resistenza alla camorra e della rinascita di un territorio. L’occasione è il 'Don Diana day', giorno del 60esimo compleanno del parroco ucciso dai killer camorristi il 19 marzo 1994. Si consegna il 'Premio nazionale don Diana-Per amore del mio popolo', promosso dal Comitato don Peppe Diana, dal coordinamento provinciale casertano dell’associazione Libera e dalla famiglia del sacerdote ucciso.

Quest’anno i premiati sono il musicista Enzo Avitabile, l’associazione Emergency e il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna. E le parole del ministro Costa sono una risposta all’appello del vescovo e ai suoi dubbi sul decreto (vedi l’intervista a fianco). Un ruolo forte della Chiesa, confermato dalla presenza anche del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo e di molti sacerdoti. E Di Donna propone l’istituzione di una giornata della memoria delle vittime dell’inquinamento «perché sono come le vittime innocenti delle mafia». Vittime che ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel messaggio inviato alla manifestazione. «Il ricordo di don Giuseppe Diana è vivo nella sua comunità di Casal di Principe come nel cuore di tutti gli italiani che non intendono rinunciare alla loro libertà e mai si piegheranno alla violenza delle organizzazioni criminali. La memoria di uomini come don Giuseppe, e l’amore da lui espresso per il suo popolo, costituiscono una risorsa preziosa a cui attingere per battere le strategie criminali e le mafie di ogni natura».

Mafie e ecomafie. Costa torna a promettere. «Grazie al decreto faremo la messa in sicurezza e le bonifiche e vigileremo perchè i fondi europei, che ci sono, non finiscano in tasca ai soliti. Poi faremo un nuovo provvedimento perchè finalmente chi inquina paghi. E lo faremo utilizzando le norme che già si applicano ai mafiosi perché chi inquina è un mafioso. Dobbiamo portargli via i suoi beni e vedrete che non inquineranno più». Spiega che per le bonifiche oltre ai fondi europei si ricorrerà alla Cassa depositi e prestiti. «E le faremo con metodi ecocompatibili che costano il 10% di quelli tradizionali».

E poi torna sulle altre Terre dei fuochi. «Cominciamo qui, dove tanto lavoro è già stato fatto, ma se questo vale qua perchè non usare la nostra esperienza anche altrove?». Di Maio gli dà il pieno appoggio. «Abbiamo fatto un primo atto, abbiamo dato gli strumenti al ministro dell’Ambiente che come investigatore conosce bene questa terra. Ci giudicherete dai fatti. La vera sfida sarà venire tra un anno per vedere i risultati. Ma vi prometto che resteremo accanto ai cittadini ». «In bocca al lupo, fateci vedere cosa sapete fare, non vi faremo sconti così co- me abbiamo fatto con gli altri. Questo è confronto, questa è Casa don Diana», è il commento di Valerio Taglione, coordinatore del Comitato don Diana.

E tanto per essere chiaro, prendendo spunto dal premio a Emergency, aggiunge: «Qui costruiamo futuro, speranza, c’è un’altra Italia che apre i porti, facciamo accoglienza e facciamola migliore. Siamo italiani, siamo europei ». Difende le Ong, il loro impegno e avverte: «La pacchia non è finita ma per i camorristi. Restiamo umani ». I due ministri applaudono. E applaudono anche alle parole di Rossella Miccio di Emergency. «Faccio appello al governo affinchè ritrovi il senso dell’essere umano – dice rivolgendosi ai due ministri –. Come Ong avvertiamo da un anno e mezzo, e non solo nelle ultime settimane, un senso di disumanizzazione che non fa bene al nostro Paese». Di Maio e Costa ascoltano e applaudono. Lo spirito di don Peppe, che più di venticinque anni fa accoglieva migranti e prostitute in parrocchia, ha fatto il miracolo.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI