sabato 1 marzo 2014
​Entrato in vigore l’ultimo atto della riforma iniziata nel settembre 2012 dall’allora ministro Paola Severino. Sono stati chiusi 30 tribunali e altrettante procure, 270 sezioni distaccate e quasi 700 uffici del Giudice di pace. I casi ancora aperti.
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La riorganizzazione degli uffici giudiziari sta arrivando al traguardo. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo n. 14 del 19 febbraio 2014, che ridisegna la geografia giudiziaria nel nostro Paese, è entrato ufficialmente in vigore l’ultimo atto della riforma iniziata nel settembre del 2012 dall’allora ministro della giustizia Paola Severino. Con questa riforma sono stati chiusi 30 tribunali e altrettante procure della Repubblica, 270 sezioni distaccate di tribunale e quasi 700 uffici del Giudice di pace. L’accorpamento degli ultimi uffici del giudice di Pace scatterà il prossimo 29 aprile. In epoca di tagli alla spesa i difensori di questa operazione sostengono che si risparmieranno circa 80 milioni di euro all’anno. Gli scettici mettono sul piatto della bilancia la scarsa considerazione delle tante situazioni locali, che non sempre consentono di accentrare enti e uffici pubblici nelle città più grandi. Le proteste e le polemiche per la cancellazione dei piccoli tribunali hanno spinto, nei mesi scorsi, 9 consigli regionali a chiedere un referendum abrogativo della legge di riordino: proposta dichiarata inammissibile il 15 gennaio scorso dalla Corte Costituzionale. Il decreto legislativo entrato in vigore il 28 febbraio ha concesso alcune deroghe. Vengono ripristinate fino al 31 dicembre 2016 le sezioni distaccate di tribunale di Ischia, Lipari e Portoferraio.A settembre dello scorso anno altri tribunali minori avevano ottenuto una proroga di due anni dall’ex Guardasigilli Anna Maria Cancellieri e sono: Chiavari, Lucera, Rossano Calabro, Sanremo, Alba, Bassano del Grappa (chiusura rinviata al 2018), Pinerolo e Vigevano. Per i tribunali abruzzesi, in virtù dell’inagibilità delle sedi di L’Aquila e Chieti a causa del terremoto del 2009, sono salve fino al 2018 le sedi di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Il tar della Puglia ha recentemente “riaperto” anche la sede distaccata di Casarano, in provincia di Lecce, che continuerà ad essere operativa per altri due anni, come altre qua e là in varie regioni, al fine di smaltire le cause civili ancora pendenti. Il testo di legge prevede anche il ritorno al tribunale di Milano della competenza sui comuni che prima ricadevano nell’ambito delle sezioni distaccate dei tribunali di Rho e Cassano d’Adda che erano stati assegnati rispettivamente a Busto Arsizio e a Lodi. I fascicoli dovranno essere spediti entro un mese a Milano e i procedimenti già aperti dovranno essere riassegnati ad altri magistrati e istruiti nuovamente. Nel frattempo per le parti interessate c’è un limbo: i legali non possono presentare istanze o memorie ai tribunali di Busto Arsizio e Lodi, che per legge non sono più competenti, e tantomeno a Milano dove il fascicolo deve ancora arrivare, sempre sperando che non si smarrisca strada facendo.
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