mercoledì 1 aprile 2015
​Dalla licenziabilità dei dirigenti allo stop degli automatismi di carriera che dipenderà dal merito. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il pacchetto di novità sulla dirigenza.
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Dalla licenziabilità dei dirigenti allo stop degli automatismi di carriera che dipenderà dal merito. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il pacchetto di novità della delega sulla pubblica amministrazione che riguarda la dirigenza: arriva il ruolo unico per i dirigenti statali, quelli degli in enti pubblici non economici, delle agenzie governative, delle università statali e degli enti pubblici di ricerca. Ruoli unificati anche nelle autorità indipendenti. Fino all'entrata a regime del ruolo unico potrebbero essere ridotti di numero, se necessario. La dirigenza sarà articolata in ruoli unificati e coordinati, si spiega, accomunati da requisiti omogenei di accesso e da procedure analoghe di reclutamento "basate sul merito e la formazione continua". Gli incarichi dureranno tre anni, rinnovabili solo una volta senza dover ripassare per una selezione. Il governo dovrà definire i "presupposti oggettivi per la revoca" di un incarico, "anche in relazione al mancato raggiungimento degli obiettivi". Se privi di incarico verranno collocati in disponibilità e passato un certo periodo da definire, decadranno dal ruolo unico. Si dovranno superare gli "automatismi nel percorso di carriera" che verrà costruita "in funzione degli esiti della valutazione". Il disegno di legge verrà incardinato già questa sera nell'aula del Senato; l'esame del provvedimento riprenderà mercoledì prossimo.
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