martedì 20 marzo 2012
Nuovi ammortizzatori a regime nel 2017, ma nessuna retromarcia sulle modifiche all'articolo 18. È la posizione del governo emersa durante la riunione a Palazzo Chigi. Secondo la Cgil l'obiettivo dell'esecutivo non è «un accordo positivo, ma i licenziamenti facili».
Napolitano: non uscire da strada virtuosa
Pil del primo trimestre 2012 non bene per colpa del calo dei consumi
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"Diamo un giudizio positivo sulle linee guida della riforma. Ma possiamo lavorare ancora intensamente fino alla fine della settimana per migliorarla". Lo ha detto Raffaele Bonanni, leader della Cisl, intervenendo al tavolo della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro a Palazzo Chigi. "Sull'articolo 18 - ha aggiunto - apprezziamo la direzione del governo per una mediazione fondata sul sistema dei nuovi ammortizzatori che abbiamo costruito in questi giorniavendo raccolto l'invito alla responsabiltà fatta dal presidente della Repubblica"."Per dare un giudizio positivo sulla riforma del mercato del lavoro servono modifiche". Lo ha dettoil segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, al tavolo della trattativa a Palazzo Chigi. Rete imprese giudica la proposta del governo sulla riforma del mercato del lavoro un "passo avanti" rispetto alle iniziali ipotesi. Lo afferma il presidente di Rete imprese Italia, Marco Venturi,  che sottolinea come i passi avanti "non giustifichino più la disdetta dei contratti" di categoria minacciati dall'associazione. MONTI PUNTA A UN VERBALENuovi ammortizzatori a regime nel 2017, come chiesto dalla parti sociali, ma nessuna retromarcia sulle modifiche all'articolo 18. Sarà possibile essere licenziati per motivi economici, a fronte di un indennizzo, ma anche per ragioni disciplinari con possibile reintegro o indennizzo per massimo 27 mensilità. Nulla cambia in caso di licenziamenti discriminatori per i quali resta il diritto al reintegro al lavoro. È la posizione del governo emersa durante la riunione a Palazzo Chigi con le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro, con l'obiettivo di chiudere la partita in settimana. Boccone amaro sull'articolo 18 per i sindacati. E forse per evitare rotture o firme separate il premier Mario Monti ha proposto di redigere, invece del canonico documento finale, un verbale nel quale tutte le parti esprimano i punti di assenso e dissenso da allegare alla proposta del governo. Il plico sarà immediatamente sottoposto al Parlamento che resta "l'interlocutore principale" del governo, ha spiegato il premier.Aprendo l'incontro, il presidente del Consiglio ha ribadito - secondo diverse fonti presenti - l'auspicio di fare presto sperando che "questa riunione possa essere conclusiva, o quasi". Il premier ha anche citato le parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché "prevalga l'interesse generale" e si raggiunga un accordo condiviso.Monti ha proposto di mettere a verbale "le varie posizioni di accordo e disaccordo. Verbale che costituirà la base di proposta che il governo successivamente presenterà in Parlamento".Il capo del governo, prima di passare la parola al ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha ringraziato le parti: "Sono molto grato per l'intensità con cui tutti avete partecipato a un processo rivolto a dare un assetto più moderno a economia e società italiana".La Fornero, a rafforzare la tesi di un lavoro tutt'altro che finito sui testi della riforma, ha rassicurato le parti dicendo che "il dialogo non finisce oggi ma continua per la scrittura delle norme".ARTICOLO 18: GOVERNO FERMO SU MODELLO TEDESCO"Sulle discriminazioni non cambia nulla. Per licenziamenti disciplinari sarà previsto un indennizzo o il reintegro, per quelli economici un indennizzo", ha detto la Fornero secondo un tweet della Cgil."Per i licenziamenti disciplinari sarà previsto il rinvio al giudice che deciderà il reintegro nei casi gravi o una indennità con massimo 27 mensilità", ha aggiunto. La Cgil si è sempre detta contraria ai licenziamenti per ragioni disciplinari, così come la Uil che ha chiesto di precisare quale tipo di condotta da parte del lavoratore possa rientrare in questa fattispecie per evitare abusi da parte delle imprese. Aperta al dialogo anche su questo aspetto la Cisl che teme che il governo possa agire d'imperio come sulle pensioni.LAVORO INIZIA CON APPRENDISTATO, STRETTA SU COCOPROIl ministro ha detto che il nuovo modello di ammortizzatori sociali, con l'introduzione dell'Aspi (assicurazione sociale per l'impiego) come indennità unica di disoccupazione, andrà a regime nel 2017 (rispetto al 2015 indicato inizialmente dal governo); poi ha parlato delle modifiche del sistema contrattuale spiegando che il "contratto di lavoro a tempo indeterminato diventa quello che domina su altri per ragioni di produttività e di legame tra lavoratori e imprese". "Il percorso inizia con un apprendistato vero (investimento per formazione e non flessibilità), segue una stabilizzazione, prosegue con formazione on the job. Questo è il contratto sul quale imprese e lavoratori si devono impegnare per quell'incremento di produttività necessario affinché questo Paese cresca", ha aggiunto il ministro. La Fornero ha anche ribadito che ci saranno "vincoli stringenti ed efficaci" sui contratti intermittenti e a progetto. Le parti sociali sono rappresentate da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Rete imprese italia, Abi, Ania e altre associazioni di categoria. Per il governo oltre a Monti e alla Fornero, sono presenti il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà e il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli.
CGIL: GOVERNO PENSA A LICENZIAMENTI FACILI"L'esecutivo ha solo manifestato l'intenzione di manomissione dell'articolo 18". È questa l'indicazione che trapela dalla segreteria della Cgil secondo cui l'obiettivo del governo non è "un accordo positivo, ma i licenziamenti facili". "Nonostante gli sforzi unitari per costruire una mediazione con il governo, l'esecutivo - emerge dalla riunione della segreteria della Cgil - ha solo manifestato l'intenzione di manomissione dell'articolo 18. È più che fondato il timore che in realtà l'obiettivo del governo non sia un accordo positivo per il lavoro ma i licenziamenti facili". La segreteria del sindacato è riunita da prima di pranzo nella sede della Cgil in Corso d'Italia. La leader della Cgil Susanna Camusso l'ha riunita subito dopo l'incontro di questa mattina nella sede del governo e in vista del nuovo appuntamento di oggi pomeriggio.VENTURI: SIAMO PIU' VICINI"Siamo più vicini, non alla fine ma più vicini" a un accordo. Lo afferma Marco Venturi, presidente di Rete Imprese Italia, lasciando Palazzo Chigi dopo gli incontri informali sulla riforma del mercato del lavoro con il governo. All'incontro "c'eravamo io Monti e la Marcegaglia e Mussari" ha aggiunto Venturi, sottolineando che la posizione finale di Rete Imprese sarà "decisa dopo l'incontro che avrò adesso con le altre sigle" che compongono l'associazione. Quanto al nodo dell'articolo 18 si è limitato a dire che "è un argomento di discussione, un punto delicato, aspettiamo". Rispetto alle richieste di Rete Imprese, ha spiegato, "abbiamo ragionato, vedremo cosa verrà accolto. Abbiamo posto la questione dei costi è c'é qualche risposta positiva. La stagionalità - ha proseguito - è un tema che stiamo chiarendo". Se ci sarà l'accordo "vorrà dire che c'é equilibrio".I TEMI IN DISCUSSIONERiforma degli ammortizzatori, art.18 e contratti: questi in estrema sintesi, i tre temi clou su cui governo e parti sociali stanno discutendo in queste ore in vista del tavolo di martedì pomeriggio: ART.18: il governo avrebbe voluto limitare l'obbligo del rientro nel posto di lavoro solo per i licenziamenti discriminatori prevedendo per quelli senza giusta causa o giustificato motivo l'indennizzo economico. La mediazione a cui il governo sta lavorando è di lasciare per i licenziamenti disciplinari (giusta causa) la scelta al giudice tra reintegro e risarcimento economico mentre per i motivi economici resterebbe solo l'indennizzo. Su questo cè il no di Cgil e Uil.AMMORTIZZATORI: il governo punta a un sussidio di disoccupazione universale che sostituisca l'attuale indennità di disoccupazione ma anche la mobilità. Il nuovo sistema rende più omogenee le tutele ma ha scatenato la rivolta delle piccole imprese e in particolare degli artigiani che si troverebbero a pagare contributi più alti. Potrebbero accettare la parificazione del contributo (all'1,3%) se venisse loro riconosciuta una riduzione dell'aliquota Inail, cassa nella quale commercianti e artigiani risultano largamente in attivo.CONTRATTI: il sistema proposto dal governo prevede per i contratti a tempo determinato un contributo aggiuntivo dell'1,4% mentre per i contratti a progetto dovrebbe arrivare un aumento dei contributi previdenziali (27,72%), avvicinandoli all' aliquota dei lavoratori dipendenti (33%). Dovrebbe essere valorizzato il contratto di apprendistato. Sulla flessibilità in entrata c'é preoccupazione da parte delle imprese perché si prevedono più costi e maggiore burocrazia, motivo per cui la Confindustria ha chiesto di "rivedere la proposta.TERMINATO INCONTRO INFORMALE A PALAZZO CHIGI, TAVOLO UFFICIALE ALLE 16
Terminato l'incontro informale a Palazzo Chigi tra il governo e le imprese sulla riforma del mercato del lavoro. Il tavolo ufficiale con tutte le parti è stato riconvocato alle 16. Si è concluso il tavolo separato fra governo e sindacati. I leader di Cgil,Cisl, Uil e Ugl (Susanna Camusso, Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e Giovanni Centrella) hanno lasciato palazzo Chigi. Ancora presenti nella sede del governo i rappresentanti delle imprese con i quali, a quanto si apprende, il governo prosegue i colloqui. Per il governo sono stati presenti anche i ministri Elsa Fornero, Corrado Passera e Vittorio Grilli. Per i sindacati i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, mentre le imprese sono rappresentate da Emma Marcegaglia e Marco Venturi.TAVOLO TECNICO RIUNITO A MINISTEROAl ministero del Welfare un tavolo tecnico sulla riforma del mercato del lavoro. Hanno fatto il loro ingresso al dicastero il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini e il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy. Al ministero è anche entrato il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli. I temi che dovrebbero essere trattati riguardano i capitoli ammortizzatori sociali e tipologie contrattuali.SCHIFANI, RICHIAMO NAPOLITANO NON CADRÀ NEL VUOTO"Sono certo che l'alto richiamo del Capo dello Stato non cadrà nel vuoto. Ha richiamato le forze sociali alla massima coesione e al senso di responsabilità. E' quello di cui il Paese ha bisogno alla vigilia di una scelta strategica". Lo ha detto Renato Schifani alla vigilia degli incontri sulla riforma del lavoro.Prima un difficile confronto tra sindacati alla ricerca di una base comune. Poi un vertice notturno tra il ministro del lavoro, Elsa Fornero e i vertici dei sindacati. Aumenta il ritmo del confronto per la messa a punto della riforma del mercato del Lavoro. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa sentire il proprio pressing e si cerca così una stretta in vista del tavolo di Palazzo Chigi al quale il premier Monti ha invitato le parti sociali.. Sono ore decisive. E la giornata cominciata presto si chiude con l'incontro nel corso del quale la Fornero incontra, senza testimoni, i "numeri uno" della Cgil, Susanna Camusso, della Cisl, Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi Angeletti e dell'Ugl, Giovanni Centrella. Il confronto dura oltre tre ore. Sarebbe servito ad una messa a punto del confronto sulla riforma del mercato del lavoro approfondendo in particolare il tema degli ammortizzatori sociali e quello dell'ordinamento dei contratti. Mentre non sarebbe stato approfondito il tema della flessibilità in uscita con il nodo dell'articolo 18. L'incontro è stato però interlocutorio, e secondo alcune fonti sindacali non ci sarebbe stato alcun avanzamento significativo. Tanto che potrebbe esserci una nuova riunione con il governo prima del tavolo di Palazzo Chigi convocato per il pomeriggio.L'obiettivo è quello di chiudere presto, ma anche con un accordo condiviso. L'indicazione più forte arriva proprio dal presidente della Repubblica che esorta le stesse parti sociali perché "mostrino di intendere che è il momento di far prevalere l'interesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare". Sarebbe "grave - dice - la mancanza di un accordo". Napolitano incontra anche il premier Monti e il ministro del lavoro prima che questa avvii l'ultimo confronto notturno con i leader sindacati. La volontà di una riforma condivisa è chiara anche dalle parole del ministro Fornero: "Un'intesa con le parti sociali ha un valore aggiunto rispetto a una riforma senza il loro consenso", ha detto ad inizio giornata, quando i sindacati erano al lavoro nel tentativo di trovare una posizione comune. Già perché la ridda di incontri è iniziata proprio in mattinata quando Camusso, Bonanni e Angeletti si sono incontrati nella sede della Cgil. La riunione, durata poco più di un'ora, é terminata senza che ci fosse ancora una soluzione condivisa sull'articolo 18. Il nodo più spinoso. Ma nel corso della giornata si è continuato a lavorare e a discutere: i contatti sono stati continui. Tanto che in serata, prima del nuovo incontro con Fornero, Bonanni ha detto: "abbiamo affinato proposte" che "metteremo in campo" e, ha assicurato, ci sono "più accordi che disaccordi" tra i sindacati. Per quanto riguarda in particolare l'articolo 18, anche se i sindacati preferiscono puntare l'attenzione sull'intera partita - contratti e ammortizzatori sociali compresi -, a dividere è l'intenzione di toccare i licenziamenti disciplinari, anche prevedendo la possibilità che sia il giudice a decidere tra reintegro o indennizzo. Bonanni propone che, in questo caso, si alzi "l'asticella" dell'indennizzo e si specifichino le causali nel contratto di lavoro. Una soluzione "ragionevole" che potrebbe "fermare" il governo, comunque intenzionato ad intervenire sulla materia, sostiene.Ma la Cgil non la ritiene accettabile e ribadisce di essere disposta al massimo a mediare sulla possibilità che nei soli licenziamenti economici si lasci al giudice il potere discrezionale. La Uil, disponibile a intervenire sui licenziamenti economici, ha detto che i licenziamenti disciplinari non si toccano, mentre ha sempre sostenuto la necessità di specificare le causali. Nella frenetica giornata di oggi si è riunito anche il comitato centrale della Fiom, sempre nella sede della Cgil, che ha approvato all'unanimità il documento del numero uno Maurizio Landini, proclamando "almeno due ore" di sciopero da domani a difesa dell'articolo 18 e chiesto che "qualsiasi accordo" venga raggiunto sulla riforma sia sottoposto al referendum. Domani pomeriggio tutte le parti si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per "tirare le somme", come affermato dal governo stesso nella convocazione. Si dovrà chiudere entro la settimana. Mercoledì tutte le organizzazioni sindacali porteranno, poi, ai propri direttivi l'esito dell'incontro per valutarne la chiusura. "Siamo all'ultimo miglio, sono sicuro che un accordo è alla nostra portata", dice il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
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