martedì 5 aprile 2011
La riforma costituzionale della Giustizia, varata dal governo il mese scorso, deve avere un limite nel rispetto della divisione dei poteri tra magistratura e politica. Lo ha detto oggi il presidente della Repubblica dopo avere ricevuto la giunta esecutiva dell'Associazione nazionale magistrati.
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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione Nazionale Magistrati che gli ha espresso preoccupazioni e perplessità sul testo del disegno di legge costituzionale in tema di riforma della giustizia approvato l'11 marzo 2011 dal Consiglio dei Ministri, peraltro non ancora trasmesso al Capo dello Stato per la presentazione alle Camere.Napolitano, nell''auspicare ''un più sereno clima istituzionale, ha ribadito il convincimento che l'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto''.  Il Capo dello Stato ''ha espresso la convinzione che l'apertura di un confronto su proposte di modifica del Titolo IV della Costituzione possa costituire terreno di impegno per tutte le forze politiche e culturali e in particolare per tutte le componenti del mondo della giustizia : ferma restando la necessità che un tale confronto avvenga senza pregiudiziali e con la massima disponibilità all'ascolto e alla considerazione delle diverse impostazioni e proposte''.''Ci sentiamo rinfrancati, abbiamo colto una grande attenzione da parte del capo dello Stato''. Lo dicono i vertici dell'Associazione Nazionale Magistrati, che oggi sono stati ricevuti dal capo dello Stato al quale hanno espresso tutte le loro preoccupazioni per le riforme che riguardano la giustizia.
I principi dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura saranno ''fortemente alterati se si dovesse approvare la riforma costituzionale della giustizia'' hanno fatto presente i vertici dell'Anm nel corso del colloquio con il capo dello Stato. ''Da parte nostra - ha spiegato il presidente dell'Anm, Luca Palamara parlando con i giornalisti alla fine dell'incontro - non c'e' una chiusura corporativa ma la volonta' di mantenere fermi questi principi che sono capisaldi dello stato di diritto e che sono a garanzia dei cittadini''.
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