martedì 8 aprile 2014
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Il disegno di legge costituzionale che trasforma il Senato in Camera non elettiva arriverà "entro domani" in Senato, ad oltre una settimana dal varo del governo, per un esame che il premier Matteo Renzi vuole concluso entro il 25 maggio, la data delle elezioni europee.Lo ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi al termine della conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama, in una giornata di confusione all'interno del gruppo del Pd, dove i 22 anti-renziani che hanno presentato un ddl alternativo a quello del governo hanno detto che non intendono recedere."Fra oggi e domani e comunque nei prossimi giorni", ha risposto la Boschi ai cronisti che gli chiedevano lumi sull'arrivo in Senato della riforma costituzionale.Intanto il Quirinale in una nota ha confermato che il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha firmato oggi il documento "non appena è giunta la relazione illustrativa" e definisce "destituita di fondamento la notizia secondo cui sarebbero state apportate correzioni dalla presidenza della Repubblica", voce che si era diffusa in ambienti giornalistici.I tempi stringono: se il governo vuole centrare l'obiettivo del primo voto parlamentare al Senato entro le Europee, rimangono circa 25 giorni lavorativi.Il disegno di legge prevede che il nuovo Senato, ridotto in numero, non voti più la fiducia al governo, perda il potere di approvazione definitiva di importanti leggi come quella di bilancio e sia composto da rappresentanti di Regioni e Comuni, non più eletti direttamente dai cittadini, che non percepiscono indennità.Ma un gruppo di 22 senatori del Pd, guidato da Vannino Chiti, ha presentato un ddl alternativo che contraddice uno dei paletti della legge di Renzi, prevedendo l'elezione diretta dei senatori. I principali partiti di opposizione, M5s e Forza Italia stanno cercando di allargare la crepa, dichiarandosi a favore di questa impostazione."Non c'è nessun motivo per ritirare il nostro ddl. Fa parte delle dialettica parlamentare confrontare proposte diverse, e questo avverrà all'interno della commmissione affari costituzionali", ha detto oggi Felice Casson, uno dei senatori Pd che hanno sottoscritto la proposta.Il capogruppo del M5s in Senato, Vincenzo Santangelo, apre al testo degli "anti-renziani": "Il ddl Chiti è praticamente la fotocopia del nostro... anche per quanto riguarda l'eleggibilità se ne può ragionare".Anche Paolo Romani, che guida i senatori di Forza Italia, ha ribadito oggi che l'eleggibilità dei senatori è un punto fermo per il partito.Se l'opposizione ricorre all'inevitabile tattica di approfittare delle difficoltà interne alla maggioranza, i vertici del Pd ribadiscono che sull'ineleggibilità non si tratta e si dicono convinti di poter ricomporre i dissidi interni, dopo avere garantito diritto di tribuna alla dissidenza.Tanto più che sull'altro fronte è intervenuto ieri sera Silvio Berlusconi che ha chiesto a Renzi un incontro "per mettere a punto procedure e dettagli per la modifica del Senato e per i tempi dei percorsi parlamentari che non facevano parte dell'accordo".
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