mercoledì 6 agosto 2014
In Senato si accelera: approvati tutti gli articoli sulla nomina e le funzioni del capo dello Stato. Soppresso il Cnel.
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​Ripresa in aula al Senato la fitta discussione sulla riforma della Costituzione. Dopo che ieri sono accantonati, su richiesta dei relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega Nord) la discussione e la votazione sugli emendamenti concernenti gli articoli più spinosi del ddl Boschi (l’articolo 10 relativo alla funzione legislativa del futuro Senato; l’articolo 11 sull’iniziativa legislativa, anche quella popolare; il 12 relativo al procedimento legislativo e il 15 sui referendum), la maggioranza aveva potuto marciare spedita sugli altri (13-14-16-17-18-20), superando anche di misura un voto segreto: per soli due voti, 143 a 141, l’Aula ha bocciato la proposta di Felice Casson (Pd) di mantenere la competenza del Senato sulle leggi di amnistia e indulto (la riforma la assegna finora alla sola Camera dei deputati).Oggi invece il dibattito si è concentrato sulle prerogative del Capo dello Stato e sulle norme per la sua elezione: l'articolo 21 modifica il sistema di elezione, escludendo dalla platea i tre delegati in rappresentanza delle Regioni e modificando il quorum di elezione. L'articolo 22 riguarda i tempi per eleggere il presidente dellaRepubblica che sono legati ai tempi elettorali della Camera e non più del Senato: "Se la Camera dei deputati è sciolta, o manca meno di tre mesi alla sua cessazione, l'elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione della Camera nuova. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica". L'articolo 23 affida al presidente della Camera il compito di supplire al capo dello Stato. Con l'articolo 24 invece si sancisce che il Senato della Repubblica è una Camera delle autonomie legata alle elezioni dei Consigli regionali e infatti tra i poteri del presidente della Repubblica quello dello scioglimento riguarda solo la Camera dei deputati. Con l'approvazione dell'articolo 25 solo la Camera dei deputati potrà votare o revocare la fiducia al governo. Nello stesso modo l'articolo 26 prevede che l'autorizzazione a che la magistratura ordinaria possa procedere nei confronti del premier o dei ministri è data dalla sola Camera dei deputati.
Particolarmente importante l'articolo 27 che abrogando l'articolo 99 della Costituzione, abolisce il Cnel.
Governo e relatori hanno poi dato parere favorevole a un ordinedel giorno sottoscritto da alcuni senatori del Pd, che recita: "La legge favorisce il dialogo fra le categorie sociali e prevede le forme istituzionali per la loro consultazione da parte del governo e delle Camere".
L'Aula del Senato ha dato anche il via libera a un ordine del giorno alla riforma costituzionale che "impegna il governo a individuare una modalità di elezione del capo dello Stato volta a rafforzarne il ruolo di garanzia e di terzietà". Il testo, dopo una riformulazione, ha ottenuto il via libera del governo, espresso in Aula dal ministro Maria Elena Boschi.Successivamente l'Aula con l'art. 28 ha tolto le Province dalle articolazioni territoriali della Repubblica. Dopo l'articolo 28 il dibattito ha segnato un vistoso rallentamento. In seguito agli interventi dei gruppi, il presidente del Senato ha disposto l'accantonamento della discussione su alcuni emendamenti all'art. 29, rinviando anche la votazione dello stesso. Il dibattito è quindi slittato all'articolo 30, che modifica in maniera sostanziale la ripartizione delle competenze tra Stato e regioni, eliminando, ad esempio, la legislazione concorrente. Ma si procede a rilento, complice anche "l'Aventino a intermittenza" da parte del M5S, che per l'intero pomeriggio sono entrati nel merito degli emendamenti.
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