martedì 13 settembre 2016
​Raffica di arresti in Campania, ai domicliari anche il presidente della Provincia di Caserta. Nel mirino dell'inchiesta la Termotetti società che illegalmente si sarebbe aggiudicata diverse commesse. (Antonio Maria Mira)
Appalti su misura, nuova bufera sui rifiuti
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​Un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai loro doveri d'ufficio, truffa ai danni di enti pubblici e abuso d'ufficio, tutti compiuti nell'interesse o, comunque, a vantaggio della Termotetti s.a.s. e di altre società riconducibili al gruppo, colosso imprenditoriale operante in vari settori e in varie regioni d'Italia”. Questa l’accusa che ha portato ieri in carcere o agli arresti domiciliari l'attuale Presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Alvignano, Angelo Di Costanzo, l'assessore all'ambiente dello stesso comune, Simone Luigi Giannetti, il sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, l'ex sindaco di Casagiove, Elpidio Russo e il presidente del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, Pietro Andrea Cappella, oltre ai vertici della Termotetti e di altre aziende del settore dei rifiuti. La Termotetti, scrivono i magistrati di Santa Maria Capua Vetere, “è riuscita ad aggiudicarsi artatamente, tra il 2013 e il 2015, le gare d'appalto per l'affidamento del servizio d'igiene urbana, nonché, altre commesse pubbliche relative al delicato settore del ciclo integrato dei rifiuti nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove”. E questo grazie a “un collaudato e sofisticato meccanismo fraudolento”,“un vero e proprio mercimonio di commesse pubbliche a fronte della corresponsione di denaro e altre utilità illecite ad amministratori e funzionari pubblici”. In particolare “le procedure di gara” venivano “profondamente contaminate ab origine e in itinere…in modo tale da creare dei veri e proprio “abiti su misura”, confezionati ad arte per valorizzare le caratteristiche e le peculiarità tecniche della società. Il tutto con la connivenza degli amministratori e dei funzionari pubblici direttamente coinvolti nelle procedure stesse o, comunque, collocati ai vertici delle amministrazioni comunali”. In altre parole, accusano i magistrati, “gli amministratori e i funzionari comunali corrotti hanno aderito a un vero e proprio protocollo criminale messo a punto dai vertici imprenditoriali ed operativi dal gruppo Termotetti; protocollo in base al quale, già prima della procedura di gara, la società si è mostrata disposta a concedere, quale corrispettivo dell’affidamento, denaro e altre utilità che spesso hanno riguardato assunzioni o promesse di assunzioni presso la Termotetti o altre società del gruppo, di parenti o amici dei pubblici amministratori”. Così, prosegue la procura, “dopo la formalizzazione del factum sceleris gli atti della procedura hanno subito pregnanti modifiche finalizzate ad attribuire alla società predesignata un vantaggio competitivo invincibile e determinante per l’aggiudicazione delle gare”. E questo, come hanno scoperto gli investigatori della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, “mediante la previsione dell’attribuzione di punteggi sproporzionali per alcuni servizi aggiuntivi, come la realizzazione di un’isola ecologica, vera e propria “carta vincente” del gruppo Tremonti, che ha consentito allo stesso di sbaragliare del tutto la concorrenza”. Ma questa vicenda non è isolata. Secondo i magistrati “è l’intero sistema di aggiudicazione degli appalti relativi alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti che, nella provincia di Caserta, è caratterizzato da dinamiche profondamente illecite e penalmente rilevanti”. Anche grazie a una sorta di “accordo di cartello tra le maggiori società operanti nel settore le quali, onde evitare di entrare in conflitto nelle varie procedure, hanno preferito stringere un vero e proprio patto di spartizione del territorio”. Un sistema favorito anche dalla composizione delle commissioni chiamate ad assegnare i punteggi delle gare, composte, è la durissima accusa, “da membri per la maggioranza, se non per la totalità, consapevoli del meccanismo criminale in atto e disposti a portarlo a compimento”. Commissari, dunque, come “dei veri e propri “vigilantes dell’illegalità””.
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