venerdì 5 agosto 2016
Al vaglio dell'Anac le gare dal 2013 a oggi. L'Autorità anticorruzione vuole fare chiarezza sulla gestione degli impianti e sullo smaltimento fuori regione.
INTERVISTA Il ministro Galletti: Raggi faccia il suo dovere
Rifiuti a Roma, Cantone indaga sugli appalti
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L’Anac di Raffaele Cantone apre il capitolo Ama. Nel mirino dell’Autorità  anticorruzione gli appalti degli ultimi tre anni della municipa-lizzata dei rifiuti romana, ma anche quelli dei primi sei mesi del 2016. «Lo chiedevamo da anni», commenta la sindaca Virginia Raggi. In realtà l’iniziativa prende spunto da numerosi esposti giunti all’Anac nei mesi scorsi e che quindi, assicurano all’anticorruzione, non nasce da quanto accaduto ora. «Avevamo da tempo avviato un’attività di verifica e approfondimento, ed è dunque precedente all’arrivo della Raggi e alle polemiche di questi giorni », spiega Cantone. Ma ora si andrà oltre. Appalti vecchi ma anche in corso, relativi alle gestioni precedenti ma anche alle attuali. Si tratterebbe probabilmente anche degli appalti che un tempo erano assegnati alle cooperative di Buzzi e sui quali era già caduta l’attenzione dell’ex pm anticamorra. Non è, infatti, la prima volta che l’Anac interviene sulla gestione dei rifiuti nella Capitale.  L’istruttoria, svolta con l’ausilio del Nucleo anticorruzione della Guardia di Finanza, copre il triennio 2013-2015 e riguarda gli appalti per la gestione del servizio rifiuti dell’Ama a Roma per accertare che siano stati conformi alle regole del Codice dei contratti. Il periodo è quello della giunta guidata da Ignazio Marino e del commissario Francesco Paolo Tronca, e della gestione dell’Ama di Franco Panzironi e Daniele Fortini. Il primo coinvolto pesantemente nelle inchieste su 'parentopoli' e 'mafia capitale', arrestato e condannato in un primo processo a cinque anni e tre mesi. Il secondo scelto proprio dal sindaco Marino.  Ma l’Anac non si è fermata qui ed è stato deciso di ampliare l’istruttoria anche al primo semestre 2016. «Anche alla luce dei fatti che si stanno verificando», spiega ancora Cantone. Si è andati a vedere tutti e tre i settori: lavori, servizi e forniture. Quindi molto probabilmente rientrano gli appalti relativi agli impianti di Tmb, agli acquisti e affitti dei cassonetti, ai trasporti e allo smaltimento dei rifiuti fuori regione. È, come detto, un’istruttoria aperta da parecchi mesi a seguito di numerosi esposti, e che ora entra in una fase di ulteriore e specifico approfondimento. Alcune gare oggetto dell’approfondimento erano finite davanti al Tar perché contestate da imprese che avevano perso. Il fatto che la verifica arrivi fino a oggi, ci fa finire anche le recenti vicende del tritovagliatore di Cerroni, ma anche alcune gare per lo smaltimento dell’organico, per l’assunzione di personale, soprattutto funzionari e dirigenti, e l’affidamento di ricche consulenze. Il 10 dicembre 2014 funzionari dell’Anac, assieme agli investigatori delle Fiamme gialle, si erano recati nelle sede dell’Ama per acquisire documentazioni sugli appalti, in particolare sui rapporti tra l’azienda e alcune cooperative. Alla fine del 2014 Cantone era intervenuto avviando la procedura per il commissariamento dei primi due appalti sospetti a seguito dell’inchiesta 'mafia capitale', proprio dell’Ama. Si trattava degli appalti relativi alla raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti organici, e alla raccolta differenziata porta a porta del multimateriale e del vetro. Per 24 mesi erano stati assegnati al Consorzio Nazionale Servizi (Cns), del quale faceva parte anche la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi e alla cooperativa Edera, guidata fino al suo arresto da Franco Cancelli, ex militante di Guerriglia comunista, con un lungo curriculum di rapine e omicidi. Il commissariamento era poi stato firmato il 27 gennaio 2015 dall’allora prefetto di Roma, Franco Gabrielli.
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