martedì 16 aprile 2013
Lo spettro del fallimento della società che raccoglie la spazzatura fa scattare una nuova allerta. Il tanfo fa moltiplicare i roghi. Più di 600 dipendenti dell'azienza ieri hanno protestato. Il sindaco Leoluca Orlando: via i commissari. La replica: se salva l'Amia
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Assieme al sole caldo di primavera a Palermo sono tornati i roghi di spazzatura in strada. La diretta conseguenza dell’ennesima emergenza rifiuti in una città trasformata di nuovo in una pattumiera a cielo aperto dopo il no del tribunale alla proposta di concordato preventivo sulla difficile vicenda finanziaria dell’Amia, l’Azienda di igiene ambientale. Lo spettro del fallimento per l’Amia è sempre più vicino e le preoccupazioni di 2.200 dipendenti si sono manifestati in assemblee e cortei, tanto da rallentare la raccolta dei rifiuti. Le strade, soprattutto le periferie, sono lastricate di immondizia e molti cittadini, esasperati dal cattivo odore emanato dai cumuli di sacchetti lasciati a marcire al sole, hanno cominciato ad appiccare il fuoco, provocando esalazioni ancora più pericolose. Nella notte fra domenica e lunedì sono stati 54 gli interventi dei vigili del fuoco per spegnere gli incendi di rifiuti dal centro alle periferie, dalla zona del parco della Favorita a Bonagia, da viale Michelangelo a corso Calatafimi. Mezzi pesanti e ruspe delle altre due aziende partecipate Amap (servizi idrici) e Amg (gas) e del Coime, le maestranze edili del Comune, sono intervenuti a supporto degli operai Amia, per tentare di potenziare il servizio di raccolta. Un intervento straordinario che continuerà nei prossimi giorni. Intanto la Procura sta valutando la possibilità di aprire un’inchiesta per interruzione di pubblico servizio.Ma ieri pomeriggio almeno 600 dipendenti di Amia sono scesi di nuovo in strada è hanno bloccato il traffico per ore. Un lunedì di protesta dopo giorni di scontri verbali tra il sindaco Leoluca Orlando e i tre commissari straordinari di Amia, accusati dal primo cittadino di percepire un compenso annuo pari a 700mila euro e di non aver garantito una gestione efficiente. «Il sindaco ha sempre detto di avere i soldi ma di non metterli a disposizione, causa la presenza dei commissari - hanno replicato attraverso una dichiarazione congiunta -. I commissari pur di non far fallire Amia sono pronti, se il sindaco si impegna pubblicamente e con il Tribunale a garantire il concordato, a dimettersi immediatamente eliminando così il problema».Ieri Orlando ha incontrato a Roma il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, confermando la volontà dell’amministrazione di voler gestire tutti i servizi affidati all’Amia. «Nel bilancio comunale - afferma Orlando - abbiamo già assegnato le risorse necessarie per lo svolgimento di tutti i servizi e siamo pronti a prendercene carico». Il ministro, riferisce il primo cittadino, «ha manifestato il massimo impegno e la massima disponibilità a contribuire alla soluzione del problema».Intanto, sarebbero circa 380 le tonnellate raccolte e conferite ieri nella discarica di Bellolampo, dopo lo stop di domenica. Ma anche la discarica è motivo di preoccupazione, perché la quinta vasca è ormai satura e il 30 aprile prossimo, così come previsto da tempo, dovrà chiudere i battenti. Si attendono deroghe e si comincia a ipotizzare anche di poter esportare i rifiuti all’estero. E resta ormeggiata al porto di Palermo la nave con 30mila tonnellate di percolato prodotto nella discarica: dovevano essere trasferite in Sardegna, ma Regione e Comune di Olbia avevano respinto il carico.
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