sabato 6 luglio 2019
Decisione in vigore fino al 30 settembre. La sindaca Raggi: «Illude i cittadini». Arrivano i primi dinieghi e malumori da società e Comuni laziali che dovrebbero ricevere l'ìmmondizia della Capitale
Rifiuti, l'ordine di Zingaretti: «Pulire Roma in sette giorni»
COMMENTA E CONDIVIDI

Qualcosa si muove. E si vede anche. Giornata di mezza svolta, ieri, per la monnezza Capitale, sebbene siano già arrivati i primi dinieghi. Come quello della società "Rida Srl", che gestisce alcuni impianti nel Lazio e ha comunicato «l’impossibilità di fornire ulteriore supporto ad Ama» e addirittura «la riduzione dei quantitativi di rifiuti dalla prossima settimana». O come i malumori viterbesi. È comunque arrivata l’ordinanza della Regione, che obbliga a stringere i tempi. Entro sette giorni Roma deve essere ripulita ed entro quarantott’ore devono tornare linde, pinte ed essere disinfettate le strade di ospedali, scuole, mercati e ristoranti. Insomma, Comune e Ama devono dare «una fortissima accelerazione su raccolta e pulizia » (l’azienda dei rifiuti dovrà inoltre approvare i bilanci 2017 e 2018 entro 30 giorni). L’ordinanza – in vigore fino al 30 settembre – dispone anche che tutti gli impianti di trattamento regionali aumentino l’accoglimento dei rifiuti dalla Capitale fino alla massima capacità. C’è altro. L’Ama deve dotarsi di «più mezzi per la raccolta rifiuti», così «da minimizzarne la permanenza per le strade, anche con l’ausilio di ditte appaltatrici » e sempre «entro sette giorni ». E «garantire raccolta, trasporto e lavorazioni nei propri impianti anche nei giorni festivi». Infine, Ama e Comune «dovranno fornire aggiornamenti ogni tre giorni sullo stato di adempimento degli ordini sopra elencati ».

Il governatore: nessun intento punitivo

Un bell’elenco di cose da fare e relative scadenze. «Nessun intento punitivo», dice Nicola Zingaretti, presidente della Regione, però «l’ordinanza è figlia dell’ostinata volontà di non risolvere il tema rifiuti. La situazione è sfuggita di mano perché la Capitale si affida ad altri dal giorno dopo la chiusura di Malagrotta. A Roma serve autonomia e un impianto». Figurarsi se i veleni fra governatore e sindaca potessero essersi esauriti. Tant’è che dopo l’ordinanza, Virginia Raggi annuncia il via libera per sei mesi al trasbordo (senza che i rifiuti tocchino terra) di 300 tonnellate giornaliere di spazzatura in un terreno comunale a Saxa Rubra, poi va giù dura: «Zingaretti sfiora il ridicolo quando dice di ripulire la città in una settimana. La smetta di illudere i cittadini con false promesse». Ancora, «in sette anni non è riuscito a scrivere il Piano regionale dei Rifiuti» e «per un mese ha voltato la faccia dall’altra parte, finché lo abbiamo costretto a questa ordinanza ». L’impianto di Rocca Cencia, intanto, sarà aperto domenica e festivi finché i due Tmb Malagrotta torneranno a ricevere i rifiuti previsti dal contratto, fa sapere l’Ama dopo aver sottoscritto un accordo con i sindacati. Dopodomani la sindaca incontrerà proprio il Cda di Ama e i sindacati per mettere a punto il 'Patto per il decoro di Roma'. Fiducia a Raggi dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Non ci sarebbe «emergenza», ma «una situazione di criticità che la sindaca sta affrontando e io con lei». A Viterbo, infine, l’ordinanza non piace. «Non vogliamo altri rifiuti di Roma – dice il sindaco, Giovanni Arena –, già ne accogliamo una parte, più quelli da Rieti. Siamo al limite. Con successo facciamo la differenziata, non si torna indietro di 20 anni. Regione e Comune si rimpallano le responsabilità da 15 anni. I rifiuti di Roma stanno diventando un’emergenza per tutto il Lazio».



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: