venerdì 19 novembre 2010
La proposta del ministro Fitto trova il muro del viceministro Castelli e del capogruppo al comune di Milano Salvini. Intanto fa discutere la decisione di assegnare poteri commissariali al governatore campano Caldoro che potrà decidere da solo sui termovalorizzatori scavalcando le Province.
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Toccherà nuovamente alle altre regioni soccorrere la Campania in nuova crisi da rifiuti? L’ipotesi è uscita dal consiglio dei Ministri che ha approvato l’ennesimo decreto legge sulla monnezza campana, «salvo intesa», come recitavano le prime indiscrezioni. Intesa con le regioni, come confermato dal ministro Fitto e da alcuni governatori al termine della Conferenza Stato-Regioni. Niente di preciso, ma l’ipotesi, appunto, di ricevere i rifiuti per un mese. Ma immediatamente arriva lo "stop" della Lega. Prima il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli. «La proposta di ricevere rifiuti napoletani, con tutta la stima che nutro per il ministro Fitto, non può che essere dichiarata, da me lombardo, irricevibile». Poi rincara la dose l’eurodeputato e capogruppo a Milano, Matteo Salvini: «Milano e la Lombardia hanno già aiutato e pagato: non vogliamo più ricevere un solo sacco di monnezza napoletana». Ma è polemica anche all’interno dello stesso Pdl, soprattutto per la decisione di assegnare poteri commissariali al governatore campano Stefano Caldoro, in particolare sulla costruzione dei termovalorizzatori, di fatto esautorando i presidenti delle province di Napoli e Salerno, entrambi Pdl. Il provvedimento punta ad accorciare il più possibile i tempi di realizzazione degli impianti: il governatore gestirebbe i due appalti con procedura d’urgenza per snellire i tempi burocratici e così completare la costruzione in 24-36 mesi invece che nei 5 anni attualmente previsti; la decisione, di fatto, toglierebbe la competenza che l’ultimo consiglio dei ministri in materia assegnava ai presidenti delle Province. Proprio su questo il Pdl campano si spacca ed attacca Mara Carfagna: il ministro sarebbe  "colpevole" di aver permesso lo «spostamento di competenze sui termovalorizzatori». Protesta che, a fine giornata, incassa l’aggiunta che il governatore agirà «in stretto raccordo e di concerto» coi presidenti delle province.Nella partita si inserisce anche il Pd. Pier Luigi Bersani a sorpresa si presenta a Palazzo Chigi mentre è in corso il cdm e, in un faccia a faccia con il ministro Roberto Maroni, chiede al governo di fare marcia indietro sulla «provincializzazione dei termovalorizzatori», spiegando che «non è il modo di uscire dall’emergenza e non è il modo di sottrarre la questione dall’illegalità». Ma non sarebbero estranei anche problemi interni al Pd campano che guida le città di Salerno e Napoli (De Luca e Iervolino), alle quali originariamente era stata destinata le decisione sugli impianti. Non è tardata la risposta di Maroni, che, sceso in conferenza stampa, ha spiegato di aver «riferito in consiglio dei Ministri le proposte che mi ha fatto Pierluigi Bersani. È una cosa irrituale – ha aggiunto – ma noi siamo sempre pronti ad accogliere le buone proposte che vengono».Il decreto approvato ieri dal Cdm contiene anche la cancellazione delle discariche di Terzigno-Cava Vitiello, Andretta, Serre-Valle della Masseria. Per i lavoratori dei Consorzi in esubero, e che nel timore di perdere il posto di lavoro stanno in questi giorni bloccando raccolta e impianti, è autorizzato l’accesso alle procedure di mobilità presso gli impianti provinciali. Verranno infine stanziati fondi a valere sul Fas già destinato alla Campania per la copertura degli oneri per l’impiantistica e le misure di compensazione ambientale (circa 150 milioni di euro). La rimodulazione del Fas, ha spiegato Caldoro, «è destinata al ciclo dei rifiuti e cioè alla raccolta differenziata, al trasporto, allo spazzamento e agli impianti».
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