martedì 28 settembre 2010
Il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, ha preso parte all'incontro in Provincia a Napoli, al termine del quale è stata decisa l'occupazione della sala riunioni dell'ente, nonostante un malore che lo ha colpito. Il problema maggiore è lo smaltimento della frazione umida, che già è in parte inviata fuori a circa 200 euro a tonnellata: una spesa enorme nel rosso dei bilanci comunali.
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Il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, ha preso parte all'incontro in Provincia a Napoli, al termine del quale è stata decisa l'occupazione della sala riunioni dell'ente, nonostante un malore che lo ha colpito. Il primo cittadino, che sta anche facendo da tre giorni lo sciopero nella fame in una tenda in piazza Pace nel comune vesuviano, ha voluto anche spiegare che sono determinati ad andare fino in fondo perchè la scelta di una seconda discarica a Terzigno «significa solo morte».Ieri sera si è recato al vertice in Provincia; in seguito alla protesta decisa insieme con gli altri colleghi, ed è restato nella sede di piazza Matteotti fino a stamattina, quando è prevista la riunione di un tavolo tecnico. Intanto la Regione Campania si sta preparando a mandare i rifiuti fuori regione e nei Paesi europei comunitari, come si è fatto dal 2001 e fino a novembre scorso con i treni di spazzatura. Con molti se. Se proseguisse l’indisponibilità delle discariche; se non si riuscisse a bruciare i rifiuti nell’inceneritore di Acerra, dove delle tre linee funziona solo una; se l’emergenza dovesse proseguire a causa dell’incostanza nella raccolta. È il senso della "manifestazione d’interesse" rivolta dall’Ente - precisamente dall’area generale di coordinamento programmazione e gestione rifiuti che dal primo ottobre si occuperà anche dei flussi della spazzatura - alle ditte disposte a trasportare altrove l’immondizia non pericolosa trattata dai sette Stir e che la Campania non riesce a smaltire perché mancano gli impianti, soprattutto quelli di compostaggio. Il problema maggiore resta infatti lo smaltimento della frazione umida, che già è in parte inviata fuori, a circa 200 euro a tonnellata: una spesa enorme nel rosso comune dei bilanci. Una situazione che riguarda in particolare Napoli. L’Asia, l’azienda che si occupa della spazzatura in città, ha in gestione la discarica di Terzigno, proprio dove da giorni si è concentrata la protesta per fermare lo sversamento dei rifiuti da Napoli nel sito delle Pozzelle, ormai saturo, e contro l’apertura di un secondo invaso a Cava Vitiello, che se realizzato potrà fregiarsi del primato di discarica più grande d’Europa, realizzata nel Parco nazionale del Vesuvio. I manifestanti, che presidiano le strade d’ingresso alle Pozzelle, e le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, si fronteggiano. Polizia e carabinieri sorvegliano le strade, scortano gli autocompattatori che scaricano i rifiuti rimossi dalle strade di Napoli a ritmo continuo. Entro domani, annunciano dal Comune, la città tornerà alla normalità, non ci sarà cioè spazzatura extra a marcire sulle strade e sui marciapiedi. Ma per la gente del Vesuviano l’ordinarietà significa disagi pesanti e preoccupazioni in più. Perciò resta in strada a guardare i camion passare: cento fino all’alba, prima carichi e poi vuoti, ed ogni veicolo è come una freccia avvelenata lanciata contro un corpo già martoriato. Dolore insopportabile nella terra del Lacrima Christi, delle albicocche e dei pomodorini, del Vesuvio «bello e terribile», che nessuno teme più. Si cercano allora nuove forme per far conoscere quanto male possa portare una discarica. Due scuole a Boscoreale sono state occupate dai genitori - la scuola media "Alessandro Dati" e l’elementare del primo circolo didattico - per contestare la costruzione della seconda discarica e per denunciare le condizioni in cui si vive, tra fetori ed insetti, vicino ad una valle di 1 milione di metri cubi piena di spazzatura cosiddetta tal quale, non controllata, non differenziata, dove il rifiuto casalingo è mescolato a quello speciale e pericoloso. La protesta nelle scuole durerà fino a giovedì, giornata di lutto nella comunità vesuviana.«I cittadini sono allo stremo dopo mesi e mesi di sofferenze provocate dai miasmi provenienti dalla discarica Sari e preoccupati dalla paventata apertura anche della ex Cava Vitiello, che segnerebbe la morte per questo territorio», dice Gennaro Langella, sindaco di Boscoreale, al quarto giorno di sciopero della fame. Ieri all’alba una bomba carta è stata fatta scoppiare a poca distanza dalla tenda dove ha trasferito il suo ufficio, in piazza Pace. Nessun ferito, molto spavento e un lieve malore per il sindaco, che però non intende abbandonare la lotta: «Sono sempre più determinato a continuare con quella che ritengo sia una giusta protesta, nell’assoluto silenzio delle istituzioni, per tutelare la salute dei miei concittadini». Ieri sera Langella ed i sindaci degli altri tre comuni coinvolti - Terzigno, Boscotrecase, Trecase - sono stati convocati in Provincia, convocati dal presidente Cesaro per fare il punto della situazione e cercare una soluzione in collaborazione con la Regione e con la Protezione civile. Consiglio intercomunale invece stasera dei primi cittadini dei 18 paesi della comunità del Parco del Vesuvio.
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