martedì 12 novembre 2013
​La procura ha fatto eseguire il sequestro di 13 pozzi per irrigazione e 15 fondi agricoli a Caivano. Dalle analisi risultate concentrazioni oltre i limiti di legge di manganese, solfati e arsenico.
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Sono terreni in cui normalmente si coltivano zucchine, broccoli, cavolfiori, finocchi, cicoria e verze. Ma ancora una volta finiscono sotto inchiesta per la presenza di sostanze tossiche. La procura di Napoli ha fatto eseguire il sequestro di 13 pozzi per irrigazione e 15 fondi agricoli a Caivano, nel napoletano, per una superficie totale di 43 ettari. Analisi hanno mostrato che i campioni d'acqua prelevati avevano concentrazioni oltre i limiti di legge di manganese, solfati, arsenico, fluoruri e triclorometano, quest'ultimo oltre 100 volte il massimo consentito dalle norme. I fondi e i pozzi sequestrati, ha spiegato in una nota il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, si trovano sulla stessa linea della falda acquifera di altri 6 sequestrati in località Sanganiello e Ponte delle Tavole rispettivamente il 5 luglio e il 18 luglio scorsi. «Ora faremo verifiche approfondite per comprendere le cause dell'inquinamento della falda acquifera», ha ribadito all'agenzia Agi Fragliasso. Gli ortaggi prodotti in queste aree che fanno capo a 13 aziende agricole non saranno commercializzati. Tra i veleni trovati nei campioni d'acqua, anche il tricloetano cloruro, noto come cloroformio, che è altamente cancerogeno. Il Corpo forestale dello Stato insieme con l'Agenzia per la protezione ambientale della Campania, stanno ora seguendo la linea di falda acquifera per risalire a tutte le fonti di inquinamento «al fine di isolarle e circoscriverle».
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