martedì 29 giugno 2021
La sindaca Raggi riapre il sito di Albano Laziale e accusa la Regione di inerzia. La replica di Zingaretti: dichiarazioni assurde, sono le altre province che in questi mesi hanno aiutato la Capitale
Torna l'emergenza rifiuti a Roma

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Ci risiamo: altra ondata, l’ennesima, di rifiuti sulla Capitale. Altri corsi e ricorsi (storici e legali). Col consueto risultato delle due emergenze: immondizia e polemiche. Passo indietro: da settimane si prevedeva che sarebbe successo, anzi ce lo si aspettava, vista la situazione di mezza Roma. E ieri mattina sono iniziate le danze. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha chiesto di predisporre un’ordinanza urgente per imporre la riapertura della discarica di Albano: «L’inerzia della Regione Lazio – ha spiegato – ci costringe a questa decisione per evitare il peggioramento della crisi e le conseguenze igienico-sanitarie per le persone». Come sindaca della Città Metropolitana, la Raggi utilizzerebbe poteri commissariali per riaprire la discarica ad Albano, dove finirebbero circa 200mila tonnellate di rifiuti.

L’attacco alla Giunta Zingaretti? «Su cinque discariche previste dalla Regione, soltanto due sono attive – ha aggiunto la sindaca – e ad agosto chiuderà anche quella di Civitavecchia. Non hanno pensato ad una alternativa seria. Scaricano i problemi e la loro inefficienza sugli altri». Poi l’assessore capitolino ai Rifiuti, Katia Ziantoni, si spinge assai oltre: «Hanno paura che Virginia Raggi vinca di nuovo. Per questo lasciano volutamente i rifiuti in strada, tenendo in ostaggio Roma e i suoi cittadini».

Un battito di ciglia e arrivava la replica alla sindaca, che «ha rilasciato dichiarazioni assurde sull’emergenza rifiuti, annunciando provvedimenti non comunicati alla riunione in Prefettura», ribatte l’assessore regionale al ciclo dei rifiuti, Massimiliano Valeriani. E andava avanti: «L’ennesimo segnale della drammatica confusione e approssimazione che regna in Campidoglio. In questi anni la Regione Lazio ha aiutato Roma in tutti i modi, ma soprattutto in questi mesi ha tentato di evitare l’emergenza rifiuti nella Capitale e si è fatta carico, con le altre province laziali, di accogliere e gestire i rifiuti romani». Mentre «l’amministrazione comunale in questi cinque anni non ha compiuto alcuna scelta che servisse a risolvere davvero la questione rifiuti, rifiutandosi di adempiere alle proprie competenze stabilite per legge».

Era ancora niente. Un altro battito di ciglia e non si facevano attendere nemmeno le parole del sindaco di Albano, Massimiliano Borelli: quanto detto dalla sindaca «è inaccettabile. Siamo pronti a fare le barricate». Sindaco assai arrabbiato: «Siamo sgomenti, ci siamo immediatamente mossi» e «non appena arrivasse l’ordinanza, per tutelare la salute pubblica dei nostri cittadini ricorreremo al Tar». Morale? «Daremo battaglia con ogni mezzo legale come abbiamo fatto negli anni passati». Continuava: «La situazione è sgradevole – diceva Borelli –, anche perché siamo venuti a conoscenza di questa situazione attraverso le agenzie di stampa, quando sarebbe stato opportuno alzare il telefono e parlarne, anche perché sono consigliere metropolitano e non è difficile reperire il mio numero». Invece «la sindaca preferisce andare avanti a botte di ordinanza». Chiosa sarcastica: «Ad Albano abbiamo una raccolta differenziata sopra l’80%, se vuole Raggi può venire a vedere come si fa».

Con le amministrative capitoline a due passi, l’occasione è troppo ghiotta e il più veloce è Matteo Salvini: «Sui rifiuti i litigi e le incapacità di Raggi e Zingaretti sono nocivi per la salute dei cittadini di Roma: basta! – dice il leader leghista –. Cassonetti e strade piene, mentre ovunque in Italia e nel mondo i rifiuti sono una risorsa, perchè a Roma no?». Pochi istanti ed ecco Fdi, Fabrizio Rampelli, vicepresidente della Camera: «Raggi e Zingaretti sono i principali responsabili di questo dramma ed è patetico che ora anziché trovare soluzioni vere, fanno l’ammuina elettorale con ennesime toppe a colori sulla pelle dei romani e dei cittadini di Albano Laziale».

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