mercoledì 18 maggio 2016
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Roma. «La classe dirigente italiana, e non parlo solo dei politici, ha una tendenza alla devianza sconosciuta ad altri Paesi... All’estero si dimettono per molto meno di quanto emerge all’inizio di una vicenda giudiziaria in Italia, da noi fanno cose orribili e poi dicono 'aspettiamo le sentenze'». Torna a bacchettare la classe politica, nel suo complesso, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo. Lo fa nel corso di un’intervista a tutto campo, andata in onda ieri sera nella trasmissione 2Next di Raidue. «Uno dei nostri problemi è che dobbiamo affrontare gli appartenenti alla classe dirigente mentre ancora ricoprono cariche», argomenta il magistrato, convinto che processare la classe dirigente sia reso più complicato dal fatto che «sono meglio difesi e hanno a disposizione mezzi di pressione e informazione». In altri Paesi si fa un passo indietro, osserva il presidente dell’Anm, citando gli esempi del «presidente della Repubblica tedesca che si è dimesso per aver ottenuto un prestito da un amico a un tasso inferiore di quello legale», o del ministro che, sempre in Germania, «si è dimesso per aver copiato una parte della tesi di dottorato». Altrove «rubano i poveri e non i ricchi, mentre da noi rubano pure i ricchi», dice Davigo, convinto che la corruzione fatturi più delle stime vagheggiate in anni recenti: «I famosi 60 miliardi di euro sono una bufala per difetto, in realtà la corruzione costa molto di più», perché non vanno calcolate solo le mazzette ma anche «opere inutili, malfatte e che crollano il giorno dopo il collaudo». Nelle valutazioni del presidente dell’Anm riaffiora l’insoddisfazione delle toghe per i contenuti delle riforme in materia di giustizia elaborate dal governo: «Piuttosto che niente è meglio piuttosto», è il suo ragionamento, perché la corruzione è «così grave» da rendere «palliativi» le soluzioni finora prospettate. Anche la proposta dal senatore Ciro Falanga (Ala) in merito al ddl di riforma penale (che allunga i tempi di prescrizione), non lo convince: «Le corsie preferenziali hanno il difetto di mandare indietro tutti gli altri processi». ( V.R.S.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Giustizia Piercamillo Davigo
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