mercoledì 6 marzo 2013
Ancora mistero fitto sulle cause del disastro. Non si escluse l'origine dolosa, forse i criminali sono arrivati dal mare. Messaggio di vicinanza del presidente Napolitano. Decine le città, gli enti, le associazioni che si sono stretti intorno al capoluogo campano.
Il cardinale Sepe: dolore e sconcerto per il rogo​
Ciò che ora deve rinascere di Giovanni Ruggiero
Spegniamo questo fuoco di Maurizio Patriciello
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Sembra che il fuoco, che nella notte di lunedì ha incenerito Città della Scienza, abbia alimentato la voglia di riscatto. E infatti, accanto a dolore, a stupore e rabbia, alla ferita scura nel cuore dei napoletani e di Napoli, dalla città, dalle istituzioni, dalla politica, si leva un coro unanime che invoca la ricostruzione del primo e più importante polo scientifico-museale d’Italia, il simbolo di bonifica e di rinascita dell’ex area industriale Italsider a Bagnoli. Napoli non intende lasciarsi intimorire. E invita il mondo a valutare la varietà straordinaria delle sue eccellenze per ribadire una voglia di rinascita che il fuoco non ha distrutto.Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, invita, «al di là dell’accertamento delle cause e delle responsabilità», i poteri pubblici, «così come la comunità scientifica e la società civile napoletana», a «creare le condizioni per colmare un vuoto così grave e restituire alla città una leva così importante per il suo futuro». Il vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, nel cui territorio ricade la struttura, parla di «un danno alla cultura di Napoli e dell’intera nazione. Le tante iniziative che da decenni la Fondazione Idis-Città della Scienza ha realizzato a Bagnoli, hanno costituito una delle poche vere e concrete occasioni di riscatto del Sud e del nostro territorio». Pascarella esprime solidarietà ai lavoratori. E altrettanto fa Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil: «Governo e Regione hanno il dovere di intervenire subito». La Commissione europea, ha annunciato il commissario per le Politiche regionali Johannes Hahn, «è pronta a valutare il cofinanziamento per la ricostruzione». Ma ieri si è fatto nutritissimo l’elenco di enti locali e istituzioni scientifiche e culturali che hanno già assicurato una mobilitazione per sostenere la ricostruzione della struttura.Ideata dal fisico Vittorio Silvestrini, che ne è anche il presidente, Città della Scienza fu realizzata grazie ad un accordo di programma sottoscritto nel 1996 da ministero del Bilancio, Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli e dalla Fondazione Idis. Nel 2001 fu inaugurato lo Science Center e nel 2003 il centro congressi, il centro di alta formazione e l’incubatore per nuove imprese specializzate nell’innovazione tecnologica e nei servizi ambientali e agli enti locali. L’incendio ha distrutto 5 dei 6 padiglioni dello Science Center, 12mila metri quadrati di area espositiva, laboratori didattici, aree per mostre temporanee. Era in corso, fino al 31 maggio, una mostra su Umberto Nobile, il generale che il 14 maggio 1926 trasvolò il Polo Nord. Il fuoco ha distrutto il brogliaccio di quell’impresa straordinaria oltre ad altri preziosi cimeli.Sull’origine del rogo non si esclude nessuna ipotesi nemmeno quella dell’azione dolosa. Sarà l’inchiesta della magistratura a stabilirlo con certezza. Per il sindaco Luigi de Magistris «forse dietro le fiamme c’è una mano criminale». Secondo alcuni testimoni l’incendio si sarebbe esteso da punti diversi della struttura, dalla parte del mare. Se così fosse chi ha appiccato il fuoco è arrivato dal mare in silenzio, mentre la città era concentrata sul crollo avvenuto lunedì mattina alla Riviera di Chiaia e nel giorno di chiusura del museo. Una modalità esaminata dagli investigatori durante il vertice in Prefettura del pomeriggio. Nella zona è forte la presenza dei clan e sull’area ex Italsider potrebbero essersi concentrati gli appetiti della criminalità organizzata. Escluso, al momento, un nesso con l’esistenza di una polizza assicurativa contratta da Città della Scienza come pure con la crisi economica che da 11 mesi blocca il pagamento degli stipendi dei 160 dipendenti del museo.
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