giovedì 25 febbraio 2010
Diventa un caso politico quello del senatore coinvolto nell'inchiesta sul riciclaggio che ha travolto il mondo delle telecomunicazioni. Il presidente del Senato annuncia che della vicenda si dibatterà in Aula già il prossimo mercoledì. Intanto sulla vicenda interviene anche Scajola: «Rischi per il sistema». E stasera rientra in Italia l'ad di Fastweb Scaglia.
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Il caso di Nicola Di Girolamo, il senatore coinvolto nell'inchiesta sul riciclaggio che ha travolto il mondo delle telecomunicazioni, e in particolare Fastweb e Telecom Italia Sparkle agita anche il mondo della politica. E ora sulla questione interviene il presidente del Senato, Renato Schifani, sostenendo che esiste la possibilità di rivedere il caso dell'elezione di Di Girolamo. Schifani ne parla in una lettera inviata al presidente per la Giunta delle immunità, Marco Follini. "Ho scritto al presidente Follini, lui ne parlerà in ufficio di presidenza della giunta per le elezioni e l'immunità, poi in conferenza dei capigruppo chiederò la calendarizzazione per la giornata di mercoledì3 marzo del dibattito sulla decadenza del senatore Di Girolamo". È con queste parole che il presidente del Senato, Renato Schifani, ha annunciato l'intenzione di portare in tempi strettissimi, già nella giornata di mercoledì 3 marzo, il dibattito in Aula sulla vicenda dell'eleggibilità di Di Girolamo a senatore. Un pronunciamento in senso negativo dell'assemblea su questa questione eliminerebbe la necessità di doversi esprimere sull'autorizzazione all'arresto, che lo stesso presidente della giunta, Marco Follini, aveva ipotizzato possibile nella giornata di giovedì in Aula."Le conseguenze si possono facilmente trarre - ha spiegato lo stesso Schifani parlando ai giornalisti a Palazzo Madama - se Di Girolamo dovesse decadere tornerebbe ad essere un normale cittadino e perdere lo scudo dell'immunità parlamentare". Stanotte l'arrivo di Scaglia a Roma. Per mezzanotte all'aeroporto di Ciampino è atteso l'arrivo di Silvio Scaglia, il fondatore ed ex amministratore delegato di Fastweb, raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e di concorso con altri nella dichiarazione infedele mediante l'uso di fatture per operazioni inesistenti. L'interrogatorio di garanzia si terrà probabilmente venerdì nel carcere di Regina Coeli. Intanto si è appreso che sono 80, complessivamente, i soggetti coinvolti nella maxi inchiesta della procura di Roma. Ai 56 destinatari di una misura cautelare, firmata dal gip Aldo Morgigni, va aggiunta infatti un'altra trentina di persone al momento indagate a piede libero. Scajola: «Rischio destabilizzazione». Sull'intera vicenda è intervenuto in mattinata anche il ministro Claudio Scajola. «Ogni iniziativa giudiziaria che vuole riportare la legalità è ben accolta ma non c'è dubbio che ogni iniziativa giudiziaria ha dei contraccolpi. C'è bisogno di una moralità più forte ma anche di non destabilizzare il sistema» è stato il durissimo richiamo del ministro dello Sviluppo economico a margine del secondo forum economico del Mediterraneo. Sulla stessa linea il vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani: «Mi auguro che le inchieste non pregiudichino lo sviluppo delle società coinvolte» ha detto Romani a margine di una conferenza stampa sul superamento del digital divide. Le smentite di Fini su Di Girolamo. Dal presidente della Camera Fini arriva invece una precisazione in merito alla notizia di una telefonata tra Pugliese e Mokbel in cui sarebbe stato citato: «In relazione ad alcune frasi intercettate e pubblicate su alcuni quotidiani, il presidente della Camera Gianfranco Fini esclude in modo categorico di aver direttamente, o tramite la propria segreteria, o terzi, telefonato al senatore Di Girolamo, ed esclude altresì di averlo convocato nei propri uffici o altrove per incontri o riunioni» scrive il portavoce Fabrizio Alfano. Mercoledì Fini aveva detto di non ricordare di aver conosciuto o convocato Di Girolamo («Andrò a vedere l'agenda di quell'anno», il 2008 ndr).Marcegaglia: «Fiducia nei magistrati». Nel frattempo, anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ribadisce la fiducia nei confronti della magistratura: «Nel direttivo abbiamo riconfermato che per noi il tema della legalità è un tema fondamentale su cui vogliamo continuare a lavorare. Abbiamo anche riconfermato che abbiamo totale fiducia nei confronti della magistratura e altrettanta fiducia e auspicio che le persone coinvolte possano dimostrare la loro estraneità ai fatti».E Fastweb affonda in Borsa. Intanto un'altra seduta da dimenticare si registra per Fastweb a Piazza Affari. A differenza di Telecom, che è riuscita a limitare i danni nel finale di seduta, recuperando parte delle perdite dopo la diffusione dei risultati preliminari, Fastweb ha ceduto il 9,08% a 13,81 euro mentre Telecom ha chiuso in calo del 3,12% a 1,056 euro, dopo essere arrivata a perdere in corso di seduta oltre il 5%. Il Cda di Telecom Italia, che ha rinviato l'approvazione del bilancio, ha però esaminato i risultati preliminari che vedono un margine operativo lordo organico a livello di gruppo nel 2009 di 11,3 miliardi di euro (-44 milioni rispetto al 2008). I ricavi organici sono calati del 5,6% a 27,2 miliardi euro in linea con le attese degli analisti. «Credo opportuno anticipare che i risultati preliminari sono molto soddisfacenti alla luce dei profondi cambiamenti attuati sul business mobile sia in Italia sia in Brasile» ha detto l'ad Franco Bernabè. L'Assemblea degli azionisti ordinari è rinviata dal 12 al 29 aprile. Quanto all'inchiesta nella quale è coinvolta ala Sparkle, Telecom Italia fa sapere che intende «verificare puntualmente e senza indugio responsabilità per vicende e fatti del passato».
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