venerdì 13 maggio 2016
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ROMA Il giorno dopo l’approvazione definitiva, la legge sulle unioni civili è ancora un caso. Politico ed economico. Perché il premier Renzi torna su alcuni nodi spinosi, come la scelta di porre la fiducia e il tema adozioni. E perché Tito Boeri, presidente Inps, in qualche modo ammette - a meno di smentite che non sono arrivate - che la reversibilità applicata alle coppie gay costa più di quanto previsto, e nemmeno poco. Il premier è ospite, nel pomeriggio, nel salotto di Porta a Porta. Le unioni civili, fresche di voto, sono il primo tema. E il punto di partenza, nello specifico, sono le critiche della Cei e del mondo cattolico nel merito del provvedimento e sulla scelta di porre la fiducia anche alla Camera. «L’atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico – replica il premier - era ovviamente atteso e mi sarei stupito del contrario. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Le cose che dobbiamo fare le stiamo facendo, indipendentemente dal rischio di perdere consensi. Ma ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state. Trovo ingiusto però non valorizzare quanto è stato fatto per arrivare a una soluzione equilibrata. Non è una festa per tutti, per alcuni si è fatto troppo e per altri poco». Parole che fanno rumore, che in poco tempo si guadagnano la vetrina dei siti on line. Quanto all’accusa di aver messo la fiducia, la replica è che blindare il voto non è una scelta di comodo «ma un rischio, perché ci metto la faccia». E circa la polemica a distanza con Massimo Gandolfini e il comitato 'Difendiamo i nostri figli', giudica «forzato» il collegamento tra la contrarietà alle unioni civili e il no al futuro referendum costituzionale. Il clima resta caldo, dunque. Tanto più che Renzi lascia trapelare il suo favore alla stepchild adoption, stralciata dal testo «perché non c’erano i numeri in Parlamento». «Se una legge sulle adozioni si fosse potuta fare in questa legislatura – prosegue – l’avremmo già fatta, vedremo da qui al 2018 ma la mia preoccupazione ora è valorizzare quanto abbiamo fatto dopo 30 anni di chiacchiere». La sensazione è che un tentativo per portare avanti una riforma organica delle adozioni si farà, anche se poi dovesse fermarsi per la conclusione della legislatura. Il punto, secondo Renzi, è «deideologgizzare il tema delle adozioni e discutere serenamente per il bene del bambino», a partire da «un sacco di coppie eterosessuali che vanno incontro a un sistema molto farraginoso». Più in generale, il premier afferma che su questi temi le opinioni possono cambiare, «io stesso la penso diversamente da prima». L’altro protagonista della giornata è Tito Boeri. Interrogato su quanto costerà la reversibilità delle pensioni nelle coppie gay, ammette che «c’è un impatto inevitabile sui conti, ma è nell’ordine di qualche centinaio di milioni ed è quindi sostenibile». Il punto, però, è che «qualche centinaio di milioni» è molto più più di quanto scritto dalla Ragioneria dello Stato per dare il via libera alla legge: nei documenti del Mef si parla di 22,7 milioni a regime nel 2025, di una spesa di 130 milioni in 10 anni, con una parte minima addebitabile alla reversibilità. O Boeri si è confuso, o il presidente Inps ha altri numeri, oppure le coperture sono sottostimate e di grosso. Ovviamente la cosa non passa inosservata. Brunetta e Forza Italia, Calderoli e la Lega chiedono a Mattarella di «non promulgare» il testo per mancanza di coperture. E anche un esponente della sinistra dem, l’ex ministro Damiano, fa intendere implicitamente che il problema esiste: «Il centrodestra non cerchi alibi. Spesso ci sono coperture sovrastimate. Se per una volta ci trovassimo di fronte a una copertura sottostimata, non mi agiterei più di tanto: facciamo le verifiche dei costi a consuntivo». Il caso richiede un chiarimento. «Qualche centinaio di milioni» sono, ad esempio, l’investimento del governo contro la povertà minorile nella stabilità 2016. Vale la pena ricordare anche che appena tre mesi fa la legge delega di contrasto alla povertà prevedeva la «razionalizzazione» della reversibilità per le vedove, tema sul quale il ministro Poletti si è impegnato ad apportare correzioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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