venerdì 24 giugno 2016
Preziosi: «Respinti i credenti motivati»
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Ernesto Preziosi, deputato Pd ed ex vicepresidente nazionale dell’Azione cattolica: quale è il suo parere sul quadro politico che si delinea dopo le amministrative? Il dato più evidente è che continua e si aggrava la crisi della democrazia: non possiamo sottovalutare l’abbassamento delle percentuali di voto. È evidente la difficoltà per i partiti 'tradizionali' di raccogliere consensi che invece vanno in direzione di formazioni sempre più 'nuove'.

Cosa non ha funzionato nel Pd? Cosa si è rotto? Il progetto per cui il Pd è nato è di tutto rispetto, parte dalla presa d’atto che la spinta propulsiva delle vecchie ideologie è finita. La difficoltà nasce nella costruzione della proposta. Personalmente vedo una debolezza culturale con cui si costruiscono i contenuti politici. È importante rinnovare, rimuovere incrostazioni e modalità passate, ma è necessario farlo con una proposta chiara, con visione politica, senza la quale i singoli provvedimenti di legge, le iniziative che si prendono, rimangono come sospese, fine a se stesse.

È un quadro in cui la presenza dei cattolici sembra essere marginalizzata… Non voglio dilungarmi sul cosa si intenda per cattolici in politica. E poi, intendiamoci, siamo in un quadro pluralistico, in cui legittimamente i credenti possono esprimere differenti opzioni politiche. Ciò che manca, ed è evidentemente necessario nella costruzione di una proposta plurale come quella del Pd, è la capacità di elaborare contenuti politici ispirati cristianamente da mettere a disposizione del lavoro comune. Contenuti che riguardano i grandi temi della politica: la dimensione internazionale ed europea da rimotivare, la visione dell’economia e dell’ambiente, il tema del welfare possibile, le nuove prospettive di una politica di difesa.

Ma dov’è la difficoltà?  Da un lato vi è una fatica da parte dei credenti di offrire questi contenuti. D’altro canto non è possibile offrire questo contributo se il partito non si organizza in maniera plurale, con luoghi di confronto e di elaborazione, ma resta bloccato - nonostante le affermazioni di principio - su un pragmatismo agnostico e da componenti che determinano gli assetti ai vari livelli, tra le quali non è rappresentata e visibile la nostra cultura politica. È un problema che abbiamo ormai da anni, ma che oggi viene reso più grave dalle possibilità che si aprono con il tripartitismo.

Allude alla capacità attrattiva dei grillini? È un fatto che in questa tornata elettorale vi sia stato un apporto consistente di voto cattolico, specie giovanile, verso i 5 Stelle. Tra i loro eletti, figurano non pochi provenienti dalle fila dell’associazionismo cattolico. Persone valide, motivate e radicate sui territori. Un fenomeno che ha anche aspetti positivi: dimostra che il voto è sempre meno ideologico, spinge i partiti a conquistarsi davvero il consenso, aiuta l’evoluzione del M5S attraverso l’innesto di risorse valide e motivate. Ma il Pd non può non interrogarsi sul perché la sua proposta non ha intercettato queste risorse.

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