venerdì 23 aprile 2010
La procura di Siracusa: impedendo agli immigrati di avvalersi dei loro diritti, ci fu aperto contrasto con le norme di diritto interno e internazionale recepite dal nostro ordinamento. Disposto il processo per violenza privata nei confronti del direttore di polizia per l’immigrazione, Rodolfo Ronconi, e del generale della Finanza Carrarini.
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Nn erano ancora scoccate le cinque di ieri sera, quando un dispaccio dell’Ansa ha infranto la calma degli uffici del Viminale: la procura di Siracusa - recitava la nota d’agenzia - ha disposto il giudizio, con l’imputazione di concorso in "violenza privata", per il prefetto Rodolfo Ronconi, a capo della Direzione centrale per l’immigrazione e della Polizia di frontiera del ministero dell’Interno, e per il generale Vincenzo Carrarini, capo ufficio economia e sicurezza del terzo reparto operazioni del comando generale della Guardia di Finanza, per fatti legati a una delle nove operazioni marittime di "respingimento" compiute dall’Italia nel 2009, che riportarono in Libia in totale oltre 800 immigrati. Il processo si celebrerà davanti il Tribunale di Siracusa, che non ha ancora fissato la data d’udienza. Sconcerto al Viminale: «Se c’era bisogno di qualcosa che desse il senso della deviazione di certa magistratura ideologizzata dalla corretta applicazione del diritto, questo è un esempio lampante», afferma il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, aggiungendo che la "sconcertante" iniziativa della Procura siracusana non farà recedere il Viminale "dalla piena applicazione dell’accordo fra Italia e Libia". La vicenda. L’accusa si riferisce al "respingimento"  di 75 migranti partiti dalla Libia a bordo di un gommone, bloccati nella notte fra il 30 e il 31 agosto 2009 al largo di Portopalo di Capo Passero e fatti salire a bordo della nave "Denaro" della Gdf, con modalità tipiche delle operazioni di soccorso in mare. Solo che la nave Denaro, invece di far rotta verso le coste italiane, puntò la prua verso Tripoli, riconsegnando diverse ore dopo i profughi alle autorità libiche. Il procuratore di Siracusa, Ugo Rossi, aprì un’inchiesta conoscitiva su quei fatti, iscrivendo nel registro degli indagati diverse persone. Otto mesi dopo, la procura pare essere arrivata alle prime determinazioni. L’accusa. L’ipotesi di "violenza privata" è stata contestata con citazione a giudizio, senza passare cioè per la richiesta di rinvio sottoposta al vaglio del Gip. L’imputazione, precisano in procura, «non concerne direttamente la cosiddetta "politica dei respingimenti", ed in particolare non attiene alla legittimità in sé degli accordi sottoscritti tra l’Italia e la Libia». Inoltre il reato di "violenza privata", secondo i pm siracusani, non sarebbe imputabile ai finanzieri sul posto, prosciolti «in considerazione del fatto che avevano operato per ordini superiori». rdini che partirono dai vertici di Roma. Secondo la Procura, il prefetto Ronconi e il generale Carrarini, «con abuso delle rispettive qualità di pubblici ufficiali» avrebbero tenuto una «condotta violenta» nel «ricondurre in territorio libico, contro la loro palese volontà, 75 stranieri non identificati, alcuni sicuramente minorenni». Il reato sarebbe scattato quando gli immigrati sono stati «fatti salire a bordo della nave della Guardia di Finanza "Denaro" e dunque su territorio italiano». Il comportamento nei confronti dei 75 migranti sarebbe stato «in aperto contrasto con le norme di diritto interno e di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento». Tanto da «impedire loro l’accesso effettivo alle procedure di tutela dei rifugiati e più in generale di avvalersi dei diritti loro riconosciuti». In serata, «piena stima e vicinanza» è stata ribadita dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al prefetto Ronconi in una telefonata. Maroni si è detto sicuro che l’accertamento giudiziario «dimostrerà che le azioni poste in essere sono state pienamente conformi alla legislazione». Anche il capo della Polizia Antonio Manganelli si è detto convinto che la vicenda si sia svolta «nel pieno rispetto della normativa».
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