martedì 18 febbraio 2020
Il capo di Iv: «Se cade Conte non si vota, è possibile un altro esecutivo». E anche Salvini "apre". Finestre sul voto a luglio o settembre. Lo stratega di Zingaretti: allargare è antidoto a ultimatum
Renzi e Salvini per un governo tecnico, Bettini rilancia il Conte-ter
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La maggioranza in surplace: nessuno a parole vuole rompere, ma intanto ognuno si tiene pronto il suo piano B. A tenere sotto stress l’alleanza è di nuovo Matteo Renzi, nella consueta e-news: «Vogliono buttare Italia Viva fuori dalla maggio- ranza, ma se così fosse si farebbe un nuovo governo, non le elezioni», avverte il leader di Italia Viva. Perché andare ad elezioni adesso rischiando di fare vincere Salvini?», gli chiedono in giro. «Alt! Io non voglio andare a elezioni», assicura Renzi. E prende di mira Goffredo Bettini. Lo definisce «ossessionato» da lui. «Penso che stia lavorando a un disegno strategico che finirà con il cancellare il riformismo italiano, anche quello dem». Ma, «se sono una tigre di carta, di che cosa ha paura? ».

«Non voglio affatto cacciare Renzi», interviene di nuovo Bettini. «Non sono stato io a porre ultimatum su vari temi, fino a immaginare una sfiducia su un ministro del governo. Ho detto che per rendere più sicura, larga e forte la maggioranza attuale non sarebbe sbagliato, anzi sarebbe opportuno, allargare il consenso parlamentare». Ne guadagnerebbe la stabilità, «perché a quel punto nessuno sarebbe decisivo e non ci sarebbero gli ultimatum e tutti potrebbero collaborare in un modo più ampio in una maggioranza antisovranista», precisa l’eurodeputato del Pd. «Il mio invito è smettere di fare una guerriglia continua e mettersi nell’ottica che questa è una coalizione - tende la mano -. Sulla prescrizione ho assoluta affinità con la posizione garantista di Renzi, ma siamo in una coalizione. Sapeva perfettamente quali erano le posizioni del M5s sulla giustizia», conclude Bettini. «Noi abbiamo sempre detto che sosteniamo seriamente questo Governo facciamo parte di questa maggioranza in modo leale, a noi interessa lavorare per dare risposte ai cittadini italiani», assicura la capogruppo alla Camera di Italia Viva Maria Elena Boschi. Ma il clima è quello che è. Alle Regionali, in Veneto e in Campania, Iv è pronta ad andare separata dal centrosinistra. «Da giorni, molti nostri senatori sono avvicinati da inviti a lasciare Italia Viva», denuncia Renzi. «Se dieci nostri senatori passassero dall’altra parte ci sarebbe il Conte ter: terzo governo in tre anni, con terza maggioranza diversa. Io non ci credo, anche perché conosco i senatori di Italia Viva e non ne vedo dieci pronti ad andarsene, per adesso non ne vedo nemmeno uno», si dice certo Renzi. «Per me, non hanno i numeri e se ne stanno accorgendo proprio in queste ore. Ma se avranno i senatori che stanno cercando e i numeri per il Conte-ter noi saremo felicemente all’opposizione », assicura.

In questo clima sfilacciato e irto di incognite c’è anche un piano B di natura istituzionale, l’atterraggio morbido che il Quirinale tiene pronto sul tavolo. Il presidente del Consiglio sabato mattina è stato ricevuto da Mattarella al quale ha ribadito la sua determinazione ad andare avanti, certo di avere i numeri. Ma se così non fosse il 'piano B' tenuto in caldo sul Colle prevede di planare verso il voto (a luglio o settembre), con un governo tecnico di scopo che gestisca unicamente il referendum e il ridisegno dei collegi in virtù del taglio dei parlamentari che ne potrebbe derivare. È il piano B che interessa anche a Matteo Salvini. «Se uno mi dice 'cade Conte e c’è bisogno di un governo di passaggio per due mesi per ridisegnare i collegi elettorali', per carità, è un conto. L’importante è che si voti il prima possibile». Ma nessun governo istituzionale, avverte il leader della Lega: «Non vedo come potrei governare con il Partito democratico e il Movimento 5 stelle. Se c’è qualcuno che accompagna questo Paese al voto, come in democrazia sarebbe normale, ce lo dicano. Ma prima si vota meglio è».

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