mercoledì 10 aprile 2013
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Matteo Renzi non ferma il suo "tour", che ha come traguardo Palazzo Chigi. E proprio mentre Pier Luigi Bersani si chiude nel suo ufficio per l’atteso faccia a faccia con Silvio Berlusconi, il sindaco di Firenze, al convegno di Vinitaly a Verona, imbraccia le armi pesanti: «Non ho vinto le primarie, ha vinto Bersani. Il problemino è che poi Bersani non ha vinto le elezioni».La partita renziana è tutt’altro che passata in secondo piano. Il rottamatore se la gioca ancora, forte della difficoltà del segretario del Pd nel trovare un’intesa con gli avversari. «Mi hanno dato del qualunquista perché ho detto che si sta perdendo tempo, prometto di non dirlo più ma voi potreste per favore smettere di perdere tempo? Bisogna, elezioni o no, che vi mettiate d’accordo, che si decida».In realtà, dalle parole del primo cittadino di Firenze non si percepisce una seria aspettativa che la trattativa tra i vertici di Pd e Pdl porti a qualcosa di concreto. E se ciò avvenisse, non per questo Renzi si dice pronto a uscire dal partito, per farsi una sua sigla personale: «Io starò sempre dentro la sinistra, non ne posso più di gente che si fa i partiti personali. In tutto il mondo, se vogliamo semplificare, c’è destra e sinistra. C’era nella Gran Bretagna di Tatcher e Tony Blair, c’è negli Usa con Bush e Obama». E allora «perché in Italia ogni volta che qualcuno pensa qualcosa di diverso deve fondare qualche partitino, magari per beccare i fondi pubblici, che sono una follia? Secondo me ci devono essere due partiti, centrosinistra e centrodestra, il cittadino sceglie e non ci deve essere giudizio etico».Renzi dunque continua a spingere sul tasto delle critiche. A cominciare dalla «presunta superiorità» ostentata dalla sinistra, secondo la denuncia renziana. «Il problema della mia parte politica è che non è riuscita a spiegare che è per l’uguaglianza e non per l’equalitarismo», ripete riferendosi alla sua partecipazione alla trasmissione di Maria De Filippi. «C’è una parte della sinistra che vuole cambiare gli italiani, io invece l’Italia. Chi mi ha criticato perché sono andato da "Amici" pensa che il voto di un ragazzino che guarda "Amici" vale meno di quello di un signore che lo critica».

Il sindaco rottamatore in pista, insomma. E pronto a fare i suoi incontri in vista delle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. Anche se non parteciperà come Grande elettore, perché il Pd toscano ieri si è spaccato sul suo nome, e dovendo chiedere una deroga, visto che il ruolo è riservato ai rappresentanti regionali e non comunali, si è accesa una discussione, sulla quale l’ultima parola verrà comunque dal voto a scrutinio segreto di oggi. Proprio oggi, però, Renzi riceverà Massimo D’Alema a Palazzo Vecchio. L’ex premier pd ha una chance per salire al Quirinale. Per lui si potrebbe spendere Berlusconi. E proprio il sindaco che lo ha rottamato durante tutta la campagna per le primarie, costringendolo di fatto a non ripresentarsi, non sembra affatto ostile al viatico per l’ex leader pd.

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