martedì 5 agosto 2014
Approvati altri articoli, il nuovo Senato non avrà più competenza su amnistia e indulto e stato di guerra. Ai senatori resta l'immunità, l'indennità no. Mercoledì Renzi incontra Berlusconi: ora la riforma elettorale.
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Nel pomeriggio, dopo la fiducia del Senato posta dal governo sul decreto di riforma della pubblica amministrazione, è ripreso in Aula l'esame della riforma costituzionale. Su richiesta della relatrice Anna Finocchiaro, l'Aula ha rinviato la votazione degli emendamenti all'art. 10 e la discussione degli emendamenti agli articoli 11, 12, 15. "Io e il correlatore Calderoli avremmo bisogno di un margine di tempo", ha spiegato la Finocchiaro,sottolineando come si tratti di articoli che trattano materie particolarmente delicate nell'ambito del ddl e ricordando la recente assenza di Calderoli, a causa di un grave lutto familiare. Viene così rinviata, su richiesta dei relatori - alle parole di Finocchiaro si è infatti poco dopo unito anche il correlatore Roberto Calderoli - la discussione e la votazione in Aula degli emendamenti concernenti gli articoli più spinosi del ddl Boschi: l'art. 10 relativo alla funzione legislativa del futuro Senato; l'articolo 11 che disciplina l'iniziativa legislativa (incluse le leggi di iniziativa popolare), l'articolo 12 relativo al procedimento legislativo e l'articolo 15 che concerne invece i referendum. Approvati numerosi articoli:L'articolo 13, che disciplina la modifica degli art.73 e 134 della Costituzione, riguardante la promulgazione delle leggi e le competenze della Corte Costituzionale modificando il comma riguardante il giudizio "sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni"; l'articolo 14 del testo sul potere di rinvio delle leggi al Parlamento da parte del Presidente della Repubblica. Con questa norma i decreti legge rinviati alla Camere possono essere convertiti in legge con trenta giorni di tempo in più; l'articolo 16 che disciplina la modifica dell'art. 77 sulla decretazione d'urgenza prevista dalla Costituzione ed esclude, in sostanza i decreti omnibus. "Nel corso dell'esame dei disegni di legge di conversionedei decreti non possono essere approvate disposizioni estraneeall'oggetto o alle finalità del decreto", si legge, fra l'altro, nel testo. l'articolo 17, che  prevede che sarà solo la Camera dei deputati a deliberare lo stato di guerra e a conferire al Governo i poteri necessari. L'articolo 78 della Costituzione oggi prevede che siano le Camere a farlo.l'articolo 19 che prevede che l'autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali sia competenza esclusiva dell'Aula modificando così l'art. 80 della Carta.l'articolo 20 che distingue il potere di inchiesta parlamentare tra le due Camere. Se infatti "la Camera dei deputati può disporre inchieste sumaterie di pubblico interesse", al Senato della Repubblica restail potere di "disporre inchieste su materie di pubblico interesseconcernenti le autonomie territoriali".l'articolo 18 che stabilisce che solo la Camera dei deputati "a maggioranza dei due terzi dei componenti", avrà il potere di concedere amnistia e indulto.

Su alcuni emendamenti soppressivi di questo articolo del ddl Boschi c'è stato anche l'ultimo voto segreto ammesso dal Presidente Pietro Grasso. Bocciato in particolare l'emendamento Casson. Il futuro Senato, dunque, non avrà il potere di concedere "a maggioranza dei due terzi" l'amnistia e l'indulto, che resta appannaggio della mera Camera dei deputati. Il gruppo M5S ha sospeso per un attimol'Aventino sulle riforme per partecipare al voto segreto. L'emendamento Casson non è passato per due soli voti, grazie anche all'apporto dei pentastellati. Governo e maggioranza anche per questo si erano rimessi all' Aula, temendo la sconfitta.

Alle 21 la seduta è stata sospesa. Si riprende mercoledì  mattina alle 9.30

Renzi in Senato giovedìSecondo quanto si apprende il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sta valutando la possibilità di intervenire giovedì prossimo in Senato sul ddl Riforme. Proprio giovedì da palazzo Madama potrebbe arrivare il primo sì al ddl Boschi. Il premier vede positivoQuanto sta accadendo al Senato, con la votazione sprint di lunedì, che ha consentito di "chiudere" la partita su un buon numero di articoli, lo conforta. E gli consente di guardare alla legge elettorale, l'Italicum, con l'incontro con Berlusconi confermato per mercoledì. "Sono ottimista che troveremo un accordo". Il premier poi, commentando i lavori a Palazzo Madama per il superamento del bicameralismo, osserva che "la politica sta facendo bene la sua parte e stiamo approvando la riforma del Senato". Ma avvisa che non è certo arrivato il momento di riposarsi, anzi: "Bisogna avere il passo del maratoneta e non dello sprinter. Ma gli italiani ci chiedono di cambiare e noi cambieremo". Costanza e tenacia, quindi, sono le sue richiesta ai politici. E incalzato dai giornalisti sottolinea: "È l'inizio di un cambiamento storico. Chi avrebbe pensato 20 giorni fa che ci sarebbe stato un Senato con più poteri alle Regioni e una politica meno costosa e meno persone che fanno politica. Questo è grazie all'impegno dei senatori, la politica sta facendo la sua parte".

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