mercoledì 2 luglio 2014
Nel discorso di apertura del semestre italiano di presidenza della Ue il premier mette l'accento sulla necessità di riscoprire i valori, parla delle due cristiane perseguitate e delle ragazze nigeriane rapite da Boko Haram. "Bisogna ritrovare l'anima dell'Europa". E ancora: "No a rinchiuderci dietro le nostre frontiere".  
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"La vera e grande sfida che abbiamo di fronte è ritrovare l’anima dell’Europa": Matteo Renzi apre il semestre italiano di presidenza dell’Ue lanciando una vera e propria sfida agli Stati e agli uomini che ne fanno parte: quella di cambiare l’Europa, mettendo al centro i valori e non solo i numeri. A partire dalla difesa dei cristiani perseguitati. "Se di fronte a una donna, Asia Bibi, che è ferma in carcere da quattro anni perché cristiana non c'è l'Europa che non si indigna vuol dire che non stiamo rispondendo al nostro destino, se di fronte alle ragazze rapite in Nigeria da un gruppo fondamentalista perché educate ai valori occidentali, se non c'è la vostra, la nostra reazione non possiamo definirci degni della grande responsabilità che abbiamo, se di fronte a donna, Myriam (Meriam ndr), che partorisce in carcere o alle ragazze del Medio Oriente, se diciamo solo slogan vuoti o parole retoriche e continuamo a rinchiuderci nelle nostre frontiere anzichè riaffermare i nostri valori - ha detto Renzi - perderemo la capacità di essere politici europei". Renzi mette da parte il discorso ufficiale, che consegna agli europarlamentari e parla a braccio strappando alla fine molti applausi. "Avete la grande responsabilità di riportare fiducia e speranza nella Ue" ha detto Renzi aggiungendo con estrema preoccupazione che se l’Europa oggi "si facesse un selfie, emergerebbe il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione". Uno dei passaggi cruciali è che l'Europa non può rinchiudersi nelle proprie frontiere, deve dare più peso all'Africa. "L'Europa è il luogo del futuro se abbiamo il coraggio di metterci in gioco adesso, che l'Europa deve tornare a essere una frontiera", ha detto il premier. "Lo è fisicamente, geograficamente, tutti i giorni. È una frontiera anche perchè se guardiamo la cartina geografica vediamo il paese che ha il maggior numero di chilometri di coste, siamo geograficamente per forza una frontiera. L'Africa deve vedere un protagonismo maggiore dell'Europa, non solo investimenti d'azienda, il tentativo andare ad affrontare la questione energetica, ma anche nella dimensione umana: voi - ha detto Renzi ai parlamentari - rappresentate, quale vertigine, un faro di cività, la globalizzazione della civilizzazione". Il ruolo che l’Italia avrà sarà quello di mettercela tutta in questo cambiamento. "Prima di tutto dobbiamo chiedere a noi stessi la forza di cambiare per essere credibili. L’Italia non viene in Europa per chiedere ma per dare" ha detto Renzi. "Non ci sarà spazio per l’Europa se accetteremo di restare solo un puntino su Google map" ha aggiunto esortando la Ue a riprendere il ruolo di "avanguardia" sull’innovazione, sul cambiamento climatico, sul capitale umano. Un richiamo forte, ancora una volta all'accoglienza dei migranti, alla luce anche dei drammatici fatti degli ultimi giorni. Non sono mancati i temi economici, la richiesta portata avanti da mesi di rispettare le regole ma al tempo stesso di puntare sulla crescita perché la ferita lasciata dalla crescita è molto forte. Non a caso Renzi ha collegato il passaggio di testimone dalla Grecia all’Italia, con una stoccata agli euroscettici di Farage e Grillo, mettendo l’accento da un lato sugli aiuti ai paesi in difficoltà e dall'altro su quel ricambio generazionale parlando di "generazione Telemaco". Non è mancato un riferimento al ruolo dell’Inghilterra. "Un’Europa senza il Regno Unito non sarebbe meno ricca ma sarebbe meno Europa, meno se stessa". Poco prima del discorso all’aula Renzi ha incontrato gli eurodeputati italiani. "La cifra italiana del nostro semestre, la parola chiave, deve essere coraggio ed orgoglio perché è il tempo in cui coraggio ed orgoglio sono richiesti all’Europa e all’Italia" li ha esortati. "Il Governo è convinto che mai come ora bisogna che l’Italia non vada in Europa a chiedere o a rivendicare" ma a portare "una storia straordinaria ed un futuro all’altezza del nostro passato". Giallo sulla conferenza stampa insieme al neo presidente del Parlamento Martin Schultz, prevista, poi annullata e infine riprogrammata ma fuori dall'emiciclo. Ieri il premier ha fatto un vero e proprio "training" con il suo staff della comunicazione per dosare il ritmo delle parole, mettere l’accento sui termini-chiave, scegliere le citazioni giuste. Il discorso che ha tenuto in qualità di presidente di turno dell’Unione è un lavoro che ha catturato l’intera ultima settimana del premier. Venti minuti in italiano, i contenuti erano noti: crescita e occupazione in cima alla nuova agenda comunitaria, flessibilità nell’adozione delle regole sul deficit, poi immigrazione, sburocratizzazione dell’Ue, energia e politica estera comune, scuola, ricerca, tutela del territorio. Ma è sul messaggio politico che Renzi ha voluto rivedere tutto all’ultimo secondo, alla luce di quanto accaduto ieri nella prima seduta del Parlamento europeo. «Indicherà la strada di una speranza e di un sogno concreto contro i disfattismi, gli egoismi nazionali e i populismi», dicevano i suoi in serata. Confermando che al suo fianco siederà Federica Mogherini, attuale ministro degli Esteri candidata dall’Italia ad Alto rappresentante della politica estera comune. A Strasburgo con il premier anche il sottosegretario alle politiche europee Sandro Gozi e il numero due di Palazzo Chigi Graziano Delrio (una presenza, quest’ultima, che spazza via le voci di tensioni tra i due).
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