mercoledì 11 dicembre 2013
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Aveva promesso che non avrebbe mai più, da segretario del Pd, rilasciato dichiarazioni in strada. E così ha fatto. Ma i mass media non gli hanno creduto. Decine di telecamere e tanti collegamenti già pronti in diretta erano  sul marciapiedi del Nazareno alle 6.30 del mattino, con ampio uso di fari e faretti, visto il buio pesto. Lui, Matteo Renzi ha fatto la sua comparsa alle 7.18, classificandosi tra gli arrivi al numero dieci. Ha tentato di mantenere la promessa entrando da un ingresso secondario che, in attesa dell'alba, era ancora sbarrato. Così si è dovuto gettare nella mischia mediatica limitandosi a salutare con un "buongiorno a tutti", anche se il giorno appena si intravedeva.  Prima di lui erano arrivati, a partire dalle 7.05, tutti i componenti della neonata segreteria, età media 35 anni, meravigliosa gioventù pronta a gettarsi dal letto nottetempo. Così saranno sempre le riunioni della segreteria del Pd. Ma nessuno si è lamentato né per oggi nè per il futuro, anche se al "tavolo dei dodici" che dovranno dare saggi consigli al segretario ci sono sette donne e anche qualche mamma. È il caso di Marianna Madia, con un figlio piccolo e in attesa di un secondo bebè. Disagi? chiedono subito i giornalisti: "Nessuna scomodità. Bisogna organizzarsi per battere i tempi. È questo il segreto della nuova compagine guidata da Renzi".Ma il primo a comparire nel buio è stato Davide Faraone, palermitano, ex deputato regionale, responsabile di welfare e scuola. "Non mi aspettavo - ha detto circondato da telecamere e faretti - questa attenzione mediatica. La segreteria di Renzi partirà con il massimo impegno politico e operativo".Terzo nella classifica della maratona notturna è arrivato  Francesco Nicodemo, che tiene testa punto per punto alle domande dei giornalisti con i quali si complimenta per la fantasia nonostante l'alba incombente. Fa a sua volta una battuta ("La rivoluzione non russa") e si infila nell'ingresso della sede nazionale del Pd. Un altro componente della segreteria arriva davanti al portone del Pd in taxi, lasciando sbalordito il conducente con l'auto illuminata a giorno dai riflettori e una selva di giornalisti e operatori intorno. Qualche minuto dopo, superata la ressa, il tassista abbassa il finestrino e chiede a un cameramen: "ma chi era quello?". Boh, è stata la risposta, ancora non li conosciamo bene tutti.Il sindaco di Firenze se ne è andato alle 9 in punto, come da tabella di marcia, tentando anche questa volta di usare l'ingresso secondario, stavolta ormai aperto. I cronisti, furbi, lo hanno però prevenuto con il solito assalto. Renzi non ha parlato e mentre andava a prendere un taxi poco lontano, ha risposto solo a un barista, che voleva offrirgli un caffè: "Mi dispiace - è stata la risposta - ma umanamente non ce la faccio". Arrivederci e grazie. Alla prossima riunione settimanale, stesso orario, stesso buio pesto.Al termine della segreteria Matteo Renzi è salito al Quirinale per un colloquio di un'ora con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A quanto si è appreso, l'appuntamento del sindaco di Firenze con il capo dello Stato, il primo da quando è leader del Pd, era in agenda subito dopo la fine della segreteria.
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