venerdì 26 settembre 2014
Marchionne accoglie il premier alla Fiat Chrysler Automobiles di Auburn Hills.
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Matteo Renzi è arrivato alle 12.30, le 18.30 in Italia, nel quartiere generale della Fiat Chrysler Automobiles ad Auburn Hills, a Detroit. Il premier, in camicia bianca e maniche arrotolate, è stato accolto dall'ad del gruppo, Sergio Marchionne, con l'immancabile maglione blu notte. Renzi ha quindi iniziato la visita recandosi nel Centro Stile, la linea di montaggio dei nuovi modelli. Per la superficie del primo piano, il quartiere generale di Auburn Hills è il più grande edificio degli Stati Uniti dopo il Pentagono. Fiat "è un'azienda storica" e "credo che oggi sia una grande azienda con capacità globale. Questa è una scommessa che ci piace, l'idea del made in Italy che vogliamo supportare e difendere", ha detto il premier accanto a Marchionne. "Noi - ha continuato il presidente del Consiglio - ci attrezziamo nelle prossime ore a presentare un progetto organico che non riguarda solo un articolo di uno Statuto dei lavoratori di una legge che risale a 44 anni fa, ma a fare una proposta che riguarda i prossimi 20 anni del mondo del lavoro in Italia. A me sta a cuore ridurre la disoccupazione in Italia e per far questo faremo tutto il necessario".Intanto l'ad di Fiat "continua ad appoggiare l'agenda di riforme" del premier. "L'impegno c'è" ha ribadito Marchionne in conferenza stampa a Detroit a proposito di un maggior impegno dell'azienda in Italia. "Siamo disposti a lavorare con le reti italiane per cercare di fare meglio", ha aggiunto Marchionne, secondo il quale l'azienda produce "modelli che possono dare respiro alla realtà industriale" del Paese. «SIAMO PRONTI A SFIDARE I POTERI FORTI»"Per tornare a fare l'Italia siamo pronti, se servirà, a fare battaglie in Parlamento e a sfidare i poteri forti anche se più dei poteri forti temo i pensieri deboli". Il premier Matteo Renzi incontra la comunità italiana al Consolato di New York e assicura il suo impegno "per cambiare davvero il Paese" chiedendo una mano anche agli italiani che stanno in America. "Cambieremo la burocrazia - assicura il premier - le regole del gioco sul lavoro, le istituzioni, e daremo tempi certi alla giustizia. Se si vuole restare a galla si deve correre. Stando fermi si cade". Renzi interviene anche sul Jobs Act, garantendo che non ci sarà alcun pasticcio. ''Condivido alla lettera le parole del ministro Poletti. Faremo una riforma fatta bene che sarà degna di questo nome". "È un grande piacere incontrare Matteo, soprattutto perché siamo paesani": il sindaco di New York, Bill de Blasio, saluta così il premier. "Renzi - ha detto de Blasio - è un esempio di leadership, una voce fondamentale per le riforme in Italia. Il suo successo in Italia è necessario. Forza Renzi". Il primo ministro italiano ha quindi risposto con una battuta: "grazie Bill, basta che non dici Forza Italia". Renzi si è detto quindi a sua volta orgoglioso che il "sindaco della città più importante del mondo sia di origini italiane". "Il Made in Italy - ha proseguito il premier - e non solo vestiti, cibo, vino, design, ingegneria, ma negli Stati Uniti è stato anche quello di straordinari sindaci, soprattutto a New York, a partire da Fiorello La Guardia. Oggi abbiamo un sindaco che dice che 'siamo paesani' e al di là del piacere politico di incontrarlo sono molto orgoglioso delle sue origini e gli do un grande in bocca al lupo. Lavoriamo insieme - ha concluso Renzi rivolto a de Blasio - per le sfide future".Con l'operazione Mare Nostrum "abbiamo salvato 80mila vite perché per noi il Mediterraneo è il cuore dell'Europa e non il cimitero dei dispersi", ha detto Renzi, parlando all'assemblea dell'Onu. "Non possiamo gestire un fenomeno globale solo a livello nazionale", ha aggiunto chiedendo l'impegno di tutti. "Davanti a questa realtà - ha affermato il premier - è necessaria e urgente una responsabilizzazione dell'intera comunità internazionale. E' doverosa una risposta da parte di tutti a questa sfida, non solo dell'Italia, per la sua posizione geografica ma anche dell'Unione Europea e di tutti coloro che credono nella dignità e nel rispetto della vita umana".
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