sabato 2 agosto 2014
Il vero problema, dice il premier appena rientrato dal Cairo, "è quello che abbiamo già messo in programma nei mille giorni: le riforme, dal lavoro alla giustizia civile, al fisco".
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Problemi con l'Ue? L'unico è che hanno fissato il vertice sulle nomine il 30 agosto, il giorno della prima partita di campionato Roma-Fiorentina... Matteo Renzi scherza con i cronisti - tornando dal Cairo per una visita lampo al presidente al-Sisi con cui ha parlato delle crisi di Gaza e Libia - non nascondendo la sua soddisfazione per come è andata ieri al Senato e senza mostrare nessun tipo di preoccupazione sull'andamento dell'economia e la tenuta dei conti, a fronte di una crescita che sembra rimanere al palo e all'indomani di quelle parole sugli 80 euro (confermati per chi li percepisce già ma ancora in ballo per gli altri a cui sembravano promessi) registrate sui taccuini dei cronisti. "Nessuno avrebbe scommesso" che Palazzo Madama riuscisse a prendere un giorno di vacanza, dice compiaciuto per quei 5 mila, sugli oltre 8 mila emendamenti, già 'evasi' alla legge costituzionale e l'ok alla riduzione a 100 del numero dei senatori. E rilancia la sua ricetta: non serve uno shock all'economia, non serve "inventarsi niente", ma andare spediti sulle riforme, l'unica vera arma per rimettere il paese in corsa. Ed "è importante che Berlusconi stia al tavolo della riforma elettorale" dopo essere stato a quello per la riforma costituzionale: è un "importante segnale" istituzionale, dice parlando dell'incontro la prossima settimana con l'ex Cav ma senza confermare la ventilata data di martedì. Glissa invece sull'atteggiamento dei pentastellati: "Oggi dicono una cosa, domani un'altra...", si limita a commentare.    Quello che c'è da fare, ribadisce invece, escludendo emergenze conti, "è quello che abbiamo già messo in programma nei mille giorni": le riforme, dal lavoro alla giustizia civile, al fisco, di cui "abbiamo parlato". E se anche quest'anno la crescita rimanesse ferma Renzi non sembra preoccupato, convinto - potrebbe essere il ragionamento - di poter contare sui margini del minor costo del debito, grazie all'andamento dello spread, e sui 16 miliardi della spending review. Renzi - lascia intendere chi gli è vicino - è ottimista sul ruolino di marcia e convinto di poter vedere la riforma costituzionale del Senato in "dirittura d'arrivo" al'inizio del 2015 e quella elettorale "entro l'anno", forse anche prima. Quanto alla riforma elettorale, torna a ribadire, "non è per me": l'importante è arrivare ad un sistema che consenta a chi vince di governare, sottolinea, ricordando che "c'è un tema delle soglie e delle preferenze" e la necessità di un meccanismo per scongiurare il veto dei partiti "su cui tutti siamo d'accordo". La sua idea, quella per una legge "al bacio, un capolavoro" sarebbe per una soglia del 40% e preferenze con capolista bloccato. Un modo per garantire che "chi vince ed ha il 55% non avrebbe più alibi nel fare le cose". Perché - tiene a rimarcare - forse non "l'abbiamo spiegato abbastanza bene" ma in quella "grande riforma" costituzionale sono anche previsti tempi certi di approvazione delle norme da parte del Parlamento.
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