venerdì 27 febbraio 2015
​Ma i mercati non escludono un'intesa  E viale Mazzini vara il piano sui Tg.
La battaglia impossibile per le torri tra oligopoli e contratti ventennali
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Il giorno dopo l’annuncio dell’Opa su Ray Way il governo chiarisce nuovamente che non intende rinunciare al controllo pubblico dei ripetitori della Rai. È stato lo stesso Matteo Renzi a tornare sull’argomento in una conferenza stampa: «Il governo ha messo delle regole che non intende modificare, che sono le regole del 51%. Punto. Per me la discussione è finita qui», ha affermato il premier. Porta chiusa dunque all’offerta d’acquisto da parte di Ei Towers, la controllata di Mediaset. Almeno nelle modalità in cui è stata formulata, cioè con l’obiettivo di acquisire almeno i due terzi del capitale.  Intanto la Rai ha riunito ieri il Consiglio di amministrazione. In una nota il vertice di Viale Mazzini informa di avere «preso atto» dell’offerta di acquisto senza deliberare. Le priorità del Cda, già in calendario, erano soprattutto altre. È stato infatti «approvato il piano di riorganizzazione delle news presentato dal direttore generale Luigi Gubitosi e il piano di produzione per il 2015», spiega una nota dell’azienda. Via libera anche al «progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’immobile di Viale Mazzini a Roma».  Tornando al caso Ray Way, lo stop del governo non ha avuto effetti rilevanti sui mercati. Martedì, all’annuncio dell’Opa, la quotazione di Ei Towers e della controllata Rai avevano avuto un’impennata. Ieri la società che fa capo ha Mediaset a chiuso a +0,54% mentre l’azienda delle torri Rai è calata del 2,86%, restando però ben al di sopra della soglia pre-Opa. Segno che la Borsa resta convinta che la vicenda non è ancora chiusa. «Il mercato continua a credere che magari in modo diverso e in tempi più lunghi, l’operazione andrà a buon fine», osserva un analista citato dall’agenzia Reuters.  È vero che Ei Towers ha condizionato la sua offerta al raggiungimento di una partecipazione di almeno al 66,7% di Rai Way. Ma nella nota si precisava che «l’offerente potrà rinunciare a una o più delle condizioni di efficacia dell’offerta ovvero modificarle, in tutto o in parte». Non vanno quindi esclusi approdi diversi, se dal governo partissero segnali di disponibilità a trattare. Ad esempio Banca Akros ipotizzava ieri un’operazione "carta contro carta" tra le due aziende di trasmissione: una società integrata che controllerebbe l’80% delle torri televisive italiane e vedrebbe la Rai al 31% e Mediaset al 21% del capitale. La mossa del gruppo di Silvio Berlusconi ha riaperto polemiche e sospetti in ambito politico su un ritorno del patto del Nazareno tra Renzi e l’ex Cavaliere. Ieri il capo del governo ha precisato che bisogna «considerare le operazioni di mercato per quel che sono, non operazioni politiche». Tuttavia resta in campo l’ipotesi che l’offerta lanciata da Ei Towers puntasse realisticamente non alla conquista dell’infrastruttura Rai ma all’apertura di un confronto tra le aziende televisive (e di conseguenza con l’azionista pubblico) per un nuovo assetto del settore. Anche in vista delle decisioni del governo sullo sviluppo della banda larga e sulla riforma Rai. Lo stesso Berlusconi ieri ha escluso con i suoi intenti politici dietro l’operazione, chiarendo a sua volta che si tratta di un’iniziativa di mercato e non conflittuale verso il governo. Posizione che potrebbe significare la disponibilità anche a un’acquisizione di minoranza. 
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