martedì 31 maggio 2016
​Il premier incassa l'appoggio di Berlino e bacchetta la Lega. "Nessuna invasione, ma l'Ue ci sostenga". I NUMERI Mille dispersi in una settimana I Bubbico: se serve useremo le caserme Sfida umana e politica (R. Redaelli)
 
Migranti, Renzi: crisi umanitaria
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«C’è una grande crisi umanitaria nel Mediterraneo. Noi proponiamo di affrontarla con determinazione e visione a medio termine, non inseguendo le paure o i voti». Di fronte all’ondata di sbarchi e all’angosciante tragedia dei naufragi, il premier Matteo Renzi reagisce in due modi: sul piano europeo accelerando i contatti politico-diplomatici con le istituzioni dell’Ue e incassando il sostegno della Germania di Angela Merkel (ieri il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi era in visita a Berlino). Sul piano interno contestando il termine «emergenza», insidioso a pochi giorni dalle amministrative, e ribattendo ai proclami delle opposizioni, che parlano di «invasione», coi numeri aggiornati sugli arrivi fornitigli dal Viminale, che intanto lavora per irrobustire la macchina dell’accoglienza. Secondo un «report» del ministero dell’Interno – visionato da Avvenire –, dal 1° gennaio alle 8 di ieri mattina erano arrivati in Italia via mare «46.682 migranti » (di cui quasi 35mila in Sicilia e 5.600 in Calabria), 806 in più dei «45.876» sbarcati nei primi cinque mesi del 2015. In serata il conto è salito a 47.740 migranti, il 4% in più dello stesso periodo del 2015. Un modesto incremento su cui fonda le proprie argomentazioni il premier: «Salviamo quante più vite umane possibili, sapendo che non c’è nessuna invasione: i numeri sono sempre gli stessi, più o meno », scrive Renzi nella suae- news. La precisazione è rivolta alle forze politiche d’opposizione, Lega Nord in testa, che accusano l’esecutivo di assistere impotente alla situazione: «Quello che stride, e talvolta mi sembra meschino, è l’atteggiamento di chi grida e urla – affonda il premier –. Di chi usa sui media, e non solo, parole come: sistema al collasso, emergenza, invasione». I numeri, insiste, «sono un decimo di quelli che ha preso la Germania lo scorso anno. Nella percezione mediatica sembrano molto più grandi». Soprattutto, «non sono solo numeri. Sono bambini che muoiono nelle stive. Mamme che accettano di rischiare la vita e farla rischiare ai propri figli, tale e tanta è la loro disperazione». Dunque, «aiutiamoli a casa loro, con la cooperazione internazionale e un diverso modello di aiuti allo sviluppo». Affermazioni che non convincono M5S, Lega e Forza Italia: «Le cifre spaventose degli ultimi giorni, con 15mila arrivi e 700 morti – attacca Renato Brunetta (Fi) – dicono un sonoro e tragico 'basta!’ al modo con cui si sta affrontando l’emergenza». Ma il premier continua a puntare sulla proposta del migration compact: «È un fenomeno che durerà anni e che necessita di un’azione in Africa. Da farsi come Unione europea. Finché non li aiuteremo a casa loro, continueremo a cercare di tamponare, ma un tampone non è mai la soluzione». Nonostante le divergenze di vedute fra i Ventotto, Renzi resta fiducioso: «Finalmente qualcosa si muove, l’Ue pare intenzionata a scommettere davvero sul migration compact. ». Il prossimo banco di prova potrebbe essere il Consiglio europeo del 29 e 30 giugno, nel quale il governo italiano cercherà alleanze. Intanto, da Bruxelles è giunta a Roma una lettera di Matthias Ruete, capo della Direzione immigrazione della Commissione europea, inviata al capo della Polizia Franco Gabrielli e al prefetto Mario Morcone. A loro, Ruete esprime ringraziamenti e assicura massimo sostegno operativo ed economico per tutte le esigenze, insieme a un appello ad accelerare la messa in opera di altri interventi (nuovi hotspot, stop a sbarchi incontrollati, creazione di team mobili, più posti nei centri pre-espulsione) e alla richiesta di informazioni sul progetto dei centri d’identificazione «galleggianti». Dal ministero dell’Interno è partita una circolare ai prefetti, per chiedere loro di rintracciare altri 5.600 posti in 80 province (70 a provincia), da sommare a una rete che già conta oltre 119mila presenze. Il sottosegretario Domenico Manzione ipotizza «incentivi » per far crescere gli attuali 800 Comuni (su 8mila) che accolgono migranti. Una proposta vista di buon occhio dall’Anci. Ma il clima da campagna elettorale non aiuta: dalla Regione Lombardia, guidata dal governatore leghista Roberto Maroni, è partita la richiesta di escludere le province lombarde dal nuovo piano di redistribuzione perché il territorio è «saturo».
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