lunedì 2 febbraio 2015
​Aspro affondo all'alleato Alfano: non parlo coi partitini. Poi l'avviso a Fi: non è determinante. E su Grillo: "ha scelto di nuovo l'Aventino".
L'ANALISI Le certezze sul governo e il cantiere-regionali di Marco Iasevoli
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​Inizia con un'intervista fiume a Rtl la settimana del premier Matteo Renzi. Forte dell'elezione del capo dello Stato al quarto scrutinio, con un consenso che è andato oltre le aspettative, il presidente del Consiglio mostra ottimismo sul cammino delle riforme e sulla durata del suo governo. Avanti tutta, insomma, con Mattarella a fare da arbitro e i partiti costretti a ripartire nonostante polemiche e divisioni. "L'elezione del Capo dello Stato mette il turbo, non rallenta le riforme. Avanti tutta, io non passo i prossimi mesi a parlare con i partitini ma tra gli italiani per rimettere in moto il paese". Il premier non nasconde la sua soddisfazione per l'elezione del presidente della Repubblica: "Siamo molto contenti per l'elezione del presidente. Sergio Mattarella è uno straordinario galantuomo, è un politico ma lo ha fatto sempre con un rigoroso senso delle istituzioni. È in prima fila contro la mafia e sarà un arbitro imparziale che non deve dare ragione a uno o all'altro ma rispettare la Costituzione". Dai microfoni di Rtl Renzi si dice convinto che "gli italiani, che forse non lo conoscono bene, impareranno presto ad apprezzarlo".  Duri i commenti nei confronti degli alleati e dei rivali nella partita del Colle. "Ncd si lecchi le ferite, no riti di vecchia politica". Nessuna verifica di maggioranza dopo il burrascosco (in casa Ncd) passaggio dell'elezione del presidente. Usa toni duri Renzi, deciso a non farsi invischiare in verifiche di maggioranze e intoppi di vario genere.  Grillo e Berlusconi sconfitti? "È una lettura politichese. Grillo deve però decidere una volta per tutte, ha mandato 150 persone in Parlamento e la gente che li ha votati vuole un cambiamento. I Cinque Stelle invece stanno fermi, arroccati, stanno su una sorta di Aventino, ritirati nel loro angolo" ha detto il premier. Poi l'avviso a Berlusconi: "Alla Camera Fi non è importante dal punto di vista numerico ma come idea di riforme condivise. Credo che Fi abbia interesse a starci ma non ha senso rimettere in discussione tutto, noi si va avanti comunque, se non vogliono andiamo avanti anche senza". Quella di sabato, ha aggiunto Renzi, è stata la miglior risposta a chi credeva che sul Quirinale ci fosse un patto segreto con il Cavaliere. Quanto al Pd secondo Renzi che "non litighi è una contraddizione in termini" e tornerà a discutere. "Va bene discutere ma ricordo che siamo qui per rimettere in moto l'Italia" ha concluso.
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